di LUCA GROSSI -

Per tanti anni ha calcato i campi italiani in qualità di direttore sportivo di alcune tra le migliori società sportive. Da alcuni mesi, invece, è un consulente della Major League (la serie A americana): il suo nome è Enzo Di Maio. Tra una trasferta negli Stati Uniti e viaggi di lavoro nei campi di calcio italiani il d. s. civitavecchiese, vera mente del Perugia di Gaucci, ha trovato il tempo per raccontarci il calcio locale e quello nazionale visto dagli occhi di un professionista del settore.
Di Maio come vede il calcio italiano in questo momento?
«Inutile dire che non lo vedo molto bene. Ormai da diversi anni non riusciamo a crescere come movimento. Questo perchè i costi sono aumentati. Ad una società conviene comprare un talento straniero che crescerlo nel proprio vivaio. Oltre a questo abbiamo la Lega Pro che invece di essere una scuola per i giovani atleti è quasi un cimitero per elefanti. Dovrebbero farlo diventare un campionato semiprofressionistico e dovrebbero mettere un limite di età».
Come vede il Civitavecchia Calcio recentemente promosso in serie D?
«So che il presidente Clemeno sta facendo investimenti importanti, ma non so quanto sta puntando sui giovani locali. Quella dovrebbe essere la via da seguire».
Per quanto riguarda il suo ex collaboratore Sabatini, pensa che avrà vita facile alla Roma?
«Lui è il migliore per trovare i giovani talenti. Certo la piazza dovrà aspettare un po’ di tempo prima di avere soddisfazioni. Cosi si costruiscono i grandi risultati».
Qual’è stato nella sua lunga carriera il momento più esaltante?
«Sicuramente il periodo alla Lodigiani. Siamo stati capaci di far emergere tantissimi campioni tra cui il capitano della Roma, Francesco Totti. Mi ricordo ancora che lo avevamo praticamente ceduto alla Lazio, poi però intervenne Bruno Conti e lo convinse ad andare alla Roma. Lo prendemmo quasi come uno sgarbo».