L'As Gin ha fatto qualcosa di incredibile. A sorpresa le civitavecchiesi si sono laureate campionesse d'Italia nella finalissima che si è svolta a Firenze. Nonostante i pronostici fossero tutti dalla parte della Brixia, che aveva vinto gli ultimi 10 tricolori, la squadra di Camilla Ugolini e Marco Massara è riuscita a prevalere con tre punti speciali di vantaggio. Manila Esposito, quattro volte campionessa europea, ha trascinato le proprie compagne di squadra ad una vittoria che fa la storia della ginnastica artistica nazionale e dello sport locale. Con lei anche Nunzia Dercenno, July Marano, Emma Recchia, Naomi Pazon e Lorenza Fornari, protagonista di una cavalcata incredibile, che ha raggiunto l'apice e l'estasi a Firenze. L'ultimo esercizio, a corpo libero, ha visto impegnata Esposito, con il suo esercizio che ha dato il via ad una festa che durerà per molto tempo.

A dir poco entusiasta il presidente dell’As Gin Pierluigi Miranda.

Avrebbe scommesso su questa vittoria?

«Non ci avrei scommesso un euro. Abbiamo fatto un grande lavoro ma non credevamo di battere il Brixia».

C’e stato un momento dove vi siete detti “ce la possiamo fare”?

«Come detto abbiamo sempre creduto in noi, ma non ci aspettavamo il colpaccio. Il sabato, però, avevo avuto il sentore che ce l’avremmo potuta fare: loro hanno fatto degli errori non previsti, sbagliando alle parallele e alle travi; a quel punto ho visto la luce. Poi la strada è stata in discesa».

Si può parlare d’impresa?

«Senza dubbio. Abbiamo rotto un dominio che durava da 10 anni, di una società che vanta ben 21 scudetti».

Ora siete i numeri uno in Italia.

«Il divario si è molto ridotto rispetto agli scorsi anni, ma il Brixia rimane una superpotenza di questa disciplina, quindi ci godiamo la vittoria con tutta la consapevolezza del caso, ma restiamo con i piedi a terra».

Ha qualche sassolino da togliersi dalle scarpe?

«Non dobbiamo dire grazie a nessuno e questo ci rende orgogliosi. Nelle altre città c’è più attenzione per l’eccellenza, a Civitavecchia no. Ormai siamo una realtà consolidata e mi piacerebbe che le istituzioni se ne accorgessero. Portiamo anche un indotto alla città, con circa 60mila persone che vengono a Civitavecchia ogni anno per i nostri eventi, persone che portano denaro alle strutture ricettive del posto».

Cosa si aspetta dalle istituzioni?

«Mi piacerebbe che investissero sull’eccellenza e non parlo solo di noi, visto che Civitavecchia ha tirato fuori tanti sportivi di livello ma nessuno ha strutture adeguate. Come già detto, noi ci siamo fatti tutto da soli, ma ancora siamo lontani dalle strutture all’avanguardia che possiedono altre città. Ora, ad esempio, dobbiamo affrontare un’estate torrida in un impianto che si surriscalda all’inverosimile».

Nel corso degli anni siete cresciuti esponenzialmente.

«Nel 2007, quando ho rilevato l’As Gin avevamo 86 iscritti e solo il Pallone di San Gordiano, una struttura da 1000 metri. Abbiamo fatto quasi 400mila euro d’investimenti e ora l’impianto ha una superficiedi 2400 metri. Prima della pandemia eravamo arrivati a 1400 iscritti, adesso ne abbiamo 1200. Insomma, i numeri parlano da soli».

Tornando a questa bella vittoria, qual è stata la soddisfazione maggiore?

«La cosa più bella è stata ricevere i complimenti da parte di tante società e tanti addetti ai lavori. Per noi è stato come scrivere una favola. Sentire il calore del pubblico che tifava per noi è stata una soddisfazione enorme».

Quali sono gli ingredienti del successo?

«Sicuramente l’impegno. Per noi è importante anche educare questi giovani atleti che stanno tante ore con noi. Puntiamo molto sulla formazione ovviamente, sia loro che dei nostri tecnici. Siamo cresciuti tutti insieme grazie alla grande preparazione e passione per questa disciplina».

A chi vanno i meriti di questa straordinaria impresa?

«Avevamo un sogno ma nessuno pensava di arrivare fin qui. Il merito è di aver lavorato duro e averci sempre creduto. La lista delle persone che ci hanno portato sul tetto d’Italia e ci stanno facendo conoscere in tutto il mondo grazie anche ai successi internazionali è lunga. Un grazie va a tutto lo staff tecnico(Camilla Ugolini, Marco Massara, Ambra Buglioni e Ryan Doherty - ndr), dirigenziale e medico (Fabio Carlini e Daniele Sfascia - ndr), ai nostri collaboratori, ai ragazzi e alle famiglie che ce li affidano ogni giorno».

Quali sono i prossimi impegni?

«Ora ci sono gli Assoluti con tanti atleti che vogliono emergere. I nostri portacolori faranno di tutto per convincere i direttori tecnici della Nazionale femminile Enrico Casella e della maschile Giuseppe Cocciaro a chiamarli per difendere i colori azzurri alle Olimpiadi di Parigi. Potremmo rivedere Marco Lodadio in pedana a Parigi, Manila Esposito ha già le valigie pronte e altre due nostre atlete potrebbero farle compagnia».

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