CIVITAVECCHIA – “I Comuni portuali hanno un ruolo essenziale e devono essere coinvolti nello sviluppo del sistema portuale in modo effettivo, e non solo per il tramite delle Autorità di sistema portuale (AdSP). Uno degli obiettivi principali da raggiungere con questa riforma è stabilire principi di massima semplificazione delle procedure per la realizzazione di tali infrastrutture, nonché della valorizzazione del ruolo di pianificazione e controllo dell’Ente Locale sul cui territorio le stesse insistono”. Lo ha sottolineato il Sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco che, in qualità di delegato Anci alla Portualità, ha rappresentato l’Associazione in un’audizione davanti la commissione Trasporti della Camera, nell’ambito della discussione di una proposta di legge che prevede una nuova disciplina quadro in materia di interporti. 
Tedesco, dopo aver ricordato come gli interporti impattano sui territori sotto diversi aspetti (economico, ambientale, sociale), ha evidenziato che la pianificazione urbanistica delle Città deve necessariamente essere collegata a quella infrastrutturale degli interporti e viceversa. Come indicato anche dai regolamenti Ue, l’integrazione dei porti nelle catene di trasporto e logistiche è necessaria per contribuire alla crescita e a un utilizzo e funzionamento più efficienti della rete transeuropea di trasporto e del mercato interno.
Entrando nel merito della proposta di legge, il sindaco di Civitavecchia ha osservato che il previsto “Piano generale per l’intermodalità”, di cui ha auspicato l’approvazione in Conferenza Unificata, manca della definizione dei contenuti, delle finalità e degli strumenti per l’intermodalità, apparendo come un programma che elenca le opere strategiche di prevalente rilevanza nazionale.
A suo parere, inoltre, “le risorse annuali attualmente previste nel provvedimento, pari a 10 mln di euro, per il triennio 2023-2025, finalizzate allo sviluppo, potenziamento e la realizzazione degli interporti appaiono esigue rispetto agli obiettivi previsti ed andrebbero integrate”.
Quanto poi ai parametri per l’individuazione di nuovi interporti, secondo Anci “vanno considerati altri elementi non trascurabili, fra cui: la posizione geografica, l’eventuale appartenenza ad una ZES (Zona Economica Speciale); i sistemi produttivi potenzialmente serviti (imprenditoriale, agricolo, stoccaggio materiali); la possibilità di interconnessione funzionale ed operativa con il sistema portuale. Mentre, anche ai fini una semplificazione amministrativa, sarebbe opportuno che l’interporto stesso sia inserito in una ZES”.
Infine, con riferimento alla prevista istituzione del Comitato nazionale per l’intermodalità e la logistica, Tedesco ha “sollecitato una verifica sui compiti dello stesso rispetto a quelli delle AdSP e chiesto che venga inoltre prevista una rappresentanza dell’ANCI al suo interno”.