CIVITAVECCHIA – Dopo il Tar del Lazio, anche il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di Roma Terminal Container nell’ambito di quella che era stata definita “la guerra delle banane”, contro la Civitavecchia Fruit & Forest terminal e l’Autorità di sistema portuale, con Rtc che aveva anche chiesto un risarcimento di 3 milioni di euro. Una sentenza che conferma la legittimità delle iniziative intraprese nel tempo dall’Autorità portuale per consentire a Cfft (impresa portuale ex articolo 16) di scaricare e caricare sulle banchine pubbliche i container contenenti la frutta destinata al proprio magazzino. Proprio l’aver riconosciuto i container dei semplici “contenitori multiuso, adatti per essere utilizzati nelle diverse tipologie di trasporto merci” e non “una categoria merceologica o funzionale” è alla base della sentenza del Consiglio di Stato. “Pèer effetto dei provvedimenti impugnati – si legge infatti – non risulta esservi stata alcuna estensione della tipologia merceologica dei prodotti movimentabili nell’area oggetto di concessione ma una semplice integrazione delle modalità di trasporto, invariata restando la tipologia merceologica (prodotti ortofrutticoli) cui si riferisce il titolo concessorio”.

Infine gli stessi giudici evidenziano come “non sia decisivo il rilievo per cui Cfft non disporrebbe dei mezzi necessari per movimentare i container dal momento che tale società – comunque autorizzata all’esercizio delle operazioni portuali, tra cui carico e scarico, sin dal 2005 e, dunque, in possesso delle relativa capacità tecnica – risulta essersi avvalsa di un operatore terzo (a sua volta titolare di autorizzazione ex art. 16 cit) affidandogli parte del ciclo delle operazioni”. Il riferimento è alla Gtc, in questo caso.

«Il Consiglio di Stato - dichiara il presidente dell’Adsp Pino Musolino - ha respinto tutti gli assunti e motivi di ricorso di Rtc, stabilendo che le decisioni assunte dall'Adsp e l'operato dei suoi uffici sono stati corretti e mettendo fine una volta per tutte a una vicenda che negli anni scorsi aveva creato non pochi problemi e motivi di incertezza nel porto di Civitavecchia, danneggiandone l'immagine e mettendone in dubbio l'affidabilità a livello nazionale e internazionale e rischiando di far perdere allo scalo uno dei traffici, quello dell'ortofrutta, in cui è più forte sul versante delle merci. È una ottima notizia, che ora ci consentirà di poter promuovere e proporre con maggiore vigore il porto, che a causa dei numerosi contenziosi pendenti finora non ha potuto sfruttare pienamente le proprie potenzialità strategiche e infrastrutturali».

«Abbiamo operato nel rispetto delle norme vigenti, secondo quanto disposto dall’Adsp - hanno confermato soddisfatti i vertici di Cfft - e di questo siamo sempre stati sicuri. Una decisione, quella del Consiglio di Stato, importante non solo per noi ma per il porto tutto. Per diversi anni è passata un’immagine distorta di come si lavorava a Civitavecchia: oggi invece viene confermata la legittimità, la precisione e la professionalitò messa in campo».