CIVITAVECCHIA – Si è svolta venerdì scorso a Molo Vespucci l'assemblea convocata dalle organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Mare Porti, con il personale non dirigente dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno centro-settentrionale in risposta alle possibili misure che i vertici dell'ente portuale stanno considerando in seguito alla delibera del Comitato di Gestione del 9 febbraio 2024, relativa al cosiddetto accordo di secondo livello. Al termine dell'assemblea, i lavoratori hanno dato mandato alle organizzazioni sindacali di proclamare lo stato di agitazione per l'intero personale dei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Inoltre, è stata annunciata la programmazione di cinque giornate di sciopero, le cui modalità e date saranno comunicate nel rispetto delle regole sulle relazioni industriali.

Le organizzazioni sindacali hanno sottolineato che la controversia ruota attorno alla modifica unilaterale dell'accordo di secondo livello firmato il 16 dicembre 2022. Tale accordo, recepito e convalidato dagli organi competenti, sarebbe stato modificato unilateralmente dai vertici dell'Adsp. La mossa è stata considerata antisindacale, «poiché la modifica del contratto in vigore – hanno spiegato  è stata effettuata utilizzando normative non applicabili alle Autorità di Sistema Portuale». L'impatto di questa azione unilaterale, secondo le organizzazioni sindacali, comporterà la perdita della garanzia di mantenimento del livello retributivo previsto nel passaggio tra le Autorità Portuali e le Adsp, supportato dal Ministero Vigilante. Questa modifica, secondo i sindacati, colpirà i dipendenti dell'Adsp, comportando la perdita di diritti acquisiti.

Il presidente Pino Musolino, subito dopo l’assemblea, ha convocato tempestivamente i rappresentanti delle organizzazioni sindacali «per presentare ufficialmente l'accordo modificato unilateralmente che prevede – hanno aggiunto - l’erogazione di un istituto (Elemento ex AP) in forma variabile legata a dei parametri che non dipendono da performance individuali e pertanto non garantiscono nessuna continuità retributiva, nonostante l’Accordo vigente abbia già comportato un risparmio di oltre 750.000 euro per il bilancio dell’Ente, unicamente a carico dei lavoratori. Appare sconcertante che nella modifica unilaterale vengano individuati, per i dipendenti non dirigenti, criteri di redditività totalmente svincolati dai comportamenti individuali e totalmente legati agli incrementi dei traffici, mentre nei parametri previsti per i vertici dell’ente, che impostano la politica di sviluppo del porto, e per la dirigenza, questi siano totalmente assenti». 

In risposta a queste controversie, il personale si dichiara pronto a difendere i propri diritti come sanciti nell'accordo sottoscritto, utilizzando tutti i mezzi a disposizione, inclusa l'azione legale, per tutelare i propri interessi. La situazione rimane tesa, con il rischio concreto di una protesta che potrebbe avere pesanti ripercussioni sul regolare svolgimento delle attività portuali.