TARQUINIA - Sono previste per il 21 aprile 2024 le elezioni per il rinnovo del presidente e del consiglio di amministrazione dell’Università agraria, che fanno seguito alle dimissioni di Alberto Tosoni, datate 10 gennaio e protocollate il giorno successivo. La presentazione della candidatura alla carica di presidente, con i relativi allegati, dovrà essere effettuata secondo il seguente calendario: domenica 17 marzo e lunedì 18 marzo dalle 8 alle 20; martedì 19 marzo dalle 8 alle 13.

E, fin qui, la cronaca. Poi ci sono le polemiche, che non accennano a rientrare. «Difficile resistere dalla tentazione di usare tutti gli epiteti possibili e conosciuti per descrivere compiutamente la farsa che si è consumata all’Università Agraria. Ma, conoscendo il mediocre panorama politico di Tarquinia e dei sui protagonisti, eviteremo accuratamente di prestare il fianco alle accuse di sciacallaggio politico, condividendo con i nostri concittadini alcune considerazioni circa la realtà del nostro paese». A parlare, in una nota, è Luigi Daga per Sinistra Italiana. «La prima domanda che ci siamo posti è, in un sistema valoriale che mette al centro la qualità delle persone, il rispetto verso queste e la necessita di formare classi dirigenti in grado di spingere il paese verso un miglioramento complessivo, quanto può incidere il comportamento di questa classe dirigente oggi alla guida del paese, che uccide o elimina senza scrupoli e riguardi i propri dirigenti? Quale attrattiva può costituire per un giovane che decide di prestare il proprio tempo, le proprie competenze, mettendoci la faccia, al proprio paese, dove un regime spietato e privo di rispetto, distrugge immagine e credibilità delle persone dalla sera alla mattina e solo per corrispondere ad interessi di partito, di tribù, di corrente? La lista degli esodati è tristemente lunga, da Benedetti a Martina Tosoni, assessori del Comune di Tarquinia, passando per il presidente dell’Università Agraria, Alberto Tosoni. Per quest’ultimo, spendiamo due parole per dare elementi di comprensione. La sua sorte la decideranno, che tristezza, le imminenti elezioni di giugno, dove, nella speranza dei protagonisti, vi è la necessita di essere rieletti, in previsione della possibilità di poter mettere le grinfie sui fondi del Pnrr. Intorno al tavolo nuovi e vecchi protagonisti sgomitano per un posto e una sedia, anche uno strapuntino andrebbe più che bene, non ha importanza chi rimane per terra o schiacciato, quello che conta è avere quelle posate. Così, nel gioco delle alleanze, degli accordi politici tra le varie forze del centro destra, il caro Tosoni, per tutti Bebo ci lascia la famose penne. Ma che importa - scrive Daga - tanto questo paese dimentica in fretta. Del resto perché meravigliarci di tanto cinismo, in fondo anche questa classe politica non ha una gran memoria. Ma noi si. Da pochi giorni si è svolta la commemorazione del corpo di polizia municipale di Tarquinia, tutti in prima fila a prendersi meriti non guadagnati, tranne chi quei meriti se li è costruiti sulla pelle, giorno per giorno, con serietà e impegno con il lavoro di anni. Ed è cosi che il nostro ex comandante dei vigili urbani, il cavalier Romeo Manfredi Rotelli, viene dimenticato escluso da questa cerchia di élite da questo fiore all’occhiello che è il nostro corpo di Vigili Urbani e lo diciamo senza ironia. O forse invitato preferisce non andare?». Credo che Tarquinia meriti molto altro e sta a tutti noi far si che, a giugno, speranze, manovre, giochetti e strategie da imbonitori da fiere che promettono elisir d’amore, eterna felicita ma nel frattempo tritano persone e famiglie, associazioni sportive e culturali, associazioni che dedicano tempo e denaro alla cura degli altri attraverso il volontariato, vadano a casa, Tarquinia ha bisogno di positività e di riscoprire un senso della comunità che non può essere regolato da interessi personali o di bottega, ma da un comune senso civico che ha la profonda consapevolezza che dedicarsi al paese e al suo benessere significa dedicarsi al benessere di ciascuno di noi. La triste vicenda della Università Agraria, la fine che hanno fatto i loro amministratori a cui era stato dato il compito di gestire le proprietà di tutti i cittadini, ci sia da insegnamento», conclude Daga.

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