TARQUINIA - «La defenestrazione dell’ormai ex assessora Martina Tosoni” raccoglie il commento anche del consigliere comunale d’opposizione Sandro Celli: «Questa è la dimostrazione tangibile di un’amministrazione che, totalmente priva di qualsiasi progettualità e di una visione chiara e netta per il futuro della nostra città, si è letteralmente e definitivamente sgretolata», tuona Celli. «Una amministrazione da sempre prigioniera della sua stessa incapacità operativa e progettuale, della sua stessa arroganza e supponenza, della sua incapacità di ascolto e di dialogo con tutte le componenti sociali e professionali della nostra città che alla fine è implosa nel continuo tentativo di nascondere la loro inadeguatezza e i loro fallimenti dietro un capro espiatorio di turno da sacrificare - afferma il consigliere in quota Pd - Se in quattro anni sono già stati mandati a casa tre assessori tutti con la stessa motivazione del venir meno il rapporto di fiducia con il sindaco che non permetteva di portare avanti il programma politico, al di là delle loro colpe che pur ci sono, una domanda sorge spontanea: ma quale è il programma politico che stanno portando avanti? Se togliamo la Ztl nel centro storico, le multe, le telecamere, le isole pedonali ad personam, la devastazione del verde davanti all’ospedale per neanche un posto auto in più di prima, le gite fuori porta pagate dai cittadini per mandare decine di persone “a far turismo” a Milano e Verona senza nessun risultato concreto, cosa ha realizzato questa amministrazione che porti sviluppo ed economia alla nostra città? Nulla». «Dopo aver promesso svolte epocali in campagna elettorale - aggiunge Celli - in questi quattro anni ha solo saputo mettere in crisi il tessuto imprenditoriale e commerciale con scelte ed imposizioni assurde, ha azzerato la Protezione civile comunale, ha creato difficoltà ed ostacolo a qualsiasi forma di associazionismo che sia di volontariato piuttosto che sociale, sportivo o culturale. Il sindaco, sostenuto da una maggioranza silente e sottomessa, è da sempre un uomo solo al comando, distante anni luce dai suoi stessi cittadini ed incapace di collaborare con la sua stessa giunta che utilizza solo per dare, di volta in volta, un assessore in pasto all’opinione pubblica come agnello sacrificale. Chi sarà il prossimo? Considerando l’inconsistenza politica di alcuni degli assessori superstiti, il più a rischio potrebbe essere proprio il vicesindaco Serafini che da sempre promette cose che sistematicamente il sindaco “cattivo” boccia».

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