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CIVITAVECCHIA – Una denuncia grave quella che è arrivata ieri mattina dai banchi dell’aula Pucci. Una denuncia che parla di presunti ricatti al presidente del consiglio comunale Emanuela Mari, neo eletta al consiglio regionale nella fila di Fratelli d’Italia dopo aver lasciato la sua storica casa politica, ossia Forza Italia. Dichiarazioni, le sue, in apertura dell’assise, che sicuramente avranno una eco nei prossimi giorni, essendo d’altronde Mari un pubblico ufficiale e avendo quindi il diritto e dovere di denunciare eventuali reati contro di lei.
«A chi pensa di usare metodi ricattatori e intimidatori nei confronti miei e della mia famiglia - ha infatti dichiarato Mari - ho sempre dimostrato con la mia storia politica e personale che con me questi mezzi non funzionano. Se qualcuno continua a fare le solite cose con me non funzionano. L’ho dimostrato dai banchi di questa aula e con la mia storia».
Problemi all’interno della Pucci? Mari, rispondendo al capogruppo del Pd Marco Piendibene ha confermato che «approfondimenti ci saranno nelle sedi opportune», assicurando che «non riguardano comunque questa sede».
Il suo incarico, e l’opportunità di mantenerlo ancora anche dopo l’elezione alla Pisana, ha tenuto banco come prevedibile che fosse anche ieri mattina in consiglio. «Voglio sottolineare la differenza tra Civitavecchia e Fonte Nuova dove la mia collega Micol Grasselli è stata accolta da una standing ovation in consiglio comunale - ha detto Mari - io invece sono stata accolta in capigruppo dalla richiesta di dimissioni da presidente e consigliere comunale». Ricordando poi di non essere ancora tecnicamente eletta, almeno fino al giorno della proclamazione, ha ribadito quanto già deciso nei giorni scorsi, e cioè che «voglio portare a termine il percorso che termina con l’approvazione del bilancio di previsione, essendo una persona responsabile». Dunque almeno fino al 23 marzo prossimo, giorno in cui si dovrebbe tenere il consiglio sul documento economico finanziario, Mari terrà l’incarico da presidente. La consigliera del M5S Daniela Lucernoni ha giudicato «scorretto aprire il consiglio non con comunicazioni da presidente, ma da consigliere regionale di FdI che si sveste dal suo ruolo di terzietà. E già si pone il problema di opportunità. Serve la consigliera Mari per approvare il bilancio di previsione oppure non siete ancora d’accordo sul presidente del consiglio e quindi avete paura di non approvare?».
La stessa domanda che si è posto Piendibene, intravedendo una ulteriore crisi di maggioranza. Dopo i riconoscimenti ad eccellenze locali come Beneduce, Leonardi, Piscitello ed il barbiere Vivenzio, oggi in pensione, la discussione si è spostata sulla mozione sulla costituzione di comunità energetiche rinnovabili approvata all’unanimità e poi su modifiche del regolamento comunale per l’applicazione della Tari e sull’approvazione delle tariffe della tassa sui rifiuti , rimaste praticamente invariate, ed illustrate dal neo assessore Serpa, tra le critiche dell’opposizione sulla gestione di Csp. Rinviata la delibera sulla nomina del vice presidente del consiglio, dopo le dimissioni di Marco Di Gennaro.
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