LADISPOLI - Una fonte d'acqua corrente, l'unica, posizionata all'esterno dei locali; proprio come il bagno chimico a loro disposizione; crepe sui muri, parte dei locali a rischio crollo. Sarebbe questa la situazione del "nuovo alloggio" per i senza fissa dimora sgomberati nelle scorse settimane dai locali sotto al ponte 9 novembre e ricollati dal Comune nell'ex scuola del Boietto. «Per lavarsi - spiega il consigliere di Ladispoli Attiva, Fabio Paparella dopo un sopralluogo - devono riscaldare l'acqua in un pentolino e provvedere all'esterno, con temperature di giorno in giorno più rigide. I servizi igienici - prosegue - sono assenti, eccetto un bagno chimico a servizio di 9 persone. Nella stanza dove dormono sono intervenuti personalmente a rimuovere l'edera che entrava dalla finestra e ricopriva la parete esterna, e a ridipingere con materiali di fortuna. Mancano beni di prima necessità come i cuscini: alcuni utilizzano maglioni ripiegati dentro una federa. Alcuni materassi sono molto usurati e dovrebbero essere sostituiti. L'immondizia, che loro differenziano correttamente, viene ritirata solo ogni 15 giorni».

«La struttura è piuttosto fatiscente e una parte - evidenzia ancora il consigliere comunale - essendo addirittura inagibile e pericolante, è stata interdetta tramite l'installazione di un pannello che la separa dai locali dove stanno gli ospiti. Ma ovunque le pareti si presentano ingiallite e scrostate e anche nel corridoio che porta alla stanza degli ospiti si notano crepe che meriterebbero degli interventi urgenti. Senza mezzi a loro disposizione, questa sistemazione rischia di diventare per gli ospiti un ghetto, che li separa in modo ancor più definitivo dalla società. Al momento il pranzo viene consegnato loro dalla Cir, ma per fare una doccia in modo dignitoso dovrebbero raggiungere il centro Caritas di via Fermi attraversando l'Aurelia a piedi con rischi enormi per la propria e altrui incolumità». Una situazione, per Paparella, che «rischia di diventare incandescente» se è vero che l'amministrazione comunale ricollocherà qui «buona parte delle circa 30 persone che ad oggi vivono nel parcheggio della stazione ferroviaria all'interno di roulotte che verrebbero posizionate nell'area esterna all'ex scuola». «Non è chiaro - prosegue - se questa sia una sistemazione temporanea o stabile. Non è chiaro quale sia e se esista una progettualità legata al reinserimento sociale per una progressiva costruzione di autonomia per queste persone. Le realtà di volontariato locali che le assistono non ci risulta siano state coinvolte, sebbene in alcuni casi sarebbero disposte anche a compartecipare a spese e attività. Per gli ospiti avere un tetto sopra la testa è già importante. Ma chiediamo all'Amministrazione Grando di non abbandonarli in un ghetto, di non dimenticare che si tratta di persone, spesso con storie di vita complesse, delle quali come comunità dobbiamo prenderci cura, trattandole con dignità, e non lasciarle sole lontano dalla nostra vista».

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