LADISPOLI - Il dibattito sulla costituzione della nuova provincia prosegue senza sosta. Ad intervenire, al margine del consiglio comunale dove la maggioranza ha detto sì al progetto "Porta d'Italia", sono anche i consiglieri d'opposizione Amelia Mollica Graziano e Ferdinando Cervo che parlano di «fumo negli occhi e polvere sotto il tappeto». Per i due consiglieri la «nascita di questa nuova realtà sottrarrà alla città risorse e attenzioni, già così esigue». Dito puntato contro il primo cittadino Alessandro Grando, "reo" di «continuare a non risolvere i problemi della gente». «Prima - scrivono Mollica e Cervo - vanno risolti i problemi che affliggono i nostri concittadini e poi, forse, avrebbe senso di entrare a far parte di un progetto politico e territoriale più ampio. Da Civitavecchia a Fiumicino sembra che non ci si renda conto che le infrastrutture di porto e aeroporto sono ancillari alle esigenze della Capitale e poco sensibili alle esigenze locali. La gran parte del flusso economico che queste infrastrutture generano è appannaggio di Roma mentre i problemi, quali l’ inquinamento, rimangono sul territorio. Per questi comuni solo le briciole a fronte di moltissimi disagi». Dubbi e critiche a cui già nei giorni scorsi lo stesso Grando aveva replicato: «Avere dei dubbi è legittimo - aveva scritto - ma motivare la contrarietà ad un progetto di questa portata affermando che sarà solo un altro inutile carrozzone pubblico, vuol dire non aver compreso a fondo le motivazioni che hanno animato l'istituzione della Provincia Porta d'Italia». «Il nostro unico intento - aveva detto - è quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini, investendo le risorse in maniera capillare per migliorare i servizi ad essi destinati, potenziare le infrastrutture e sviluppare l’economia locale, con ricadute positive anche in ottica occupazionale».

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