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CIVITAVECCHIA – «Quanto accaduto al tavolo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è per noi fonte di viva preoccupazione e condividiamo le riserve che in questo senso sono state puntualmente espresse dalle organizzazioni sindacali, dalla Cna e dalla Lega delle Cooperative». Il Partito democratico ed il suo gruppo consiliare fanno riferimento a quanto emerso dal tavolo e in particolare ai dubbi sollevati sul disallineamento delle tempistiche tra l’uscita del carbone e la realizzazione dei progetti alternativi, confermando la propria contrarietà “a qualunque irragionevole ipotesi di proroga del funzionamento della centrale a carbone”. Un’idea che giudicano sbagliata nella sostanza, «ma anche nei tempi e nei modi per come è stata formulata. Essa, non solo appare in aperto contrasto con direttive europee, impegni nazionali, regionali e comunali – hanno evidenziato i dem - ma si oppone ad una idea di città, largamente condivisa, che vuole liberarsi dalla servitù dei fossili, nella tutela della salute pubblica e dell’ambiente ma anche come occasione per dare un nuovo e deciso impulso allo sviluppo e alla occupazione. Avevamo sperato che si fosse intrapresa la strada giusta con la firma di un documento che coinvolgeva Comune, Autorità di Sistema Portuale, Organizzazioni Sindacali e associazioni imprenditoriali, in relazione alla prossima chiusura della centrale a carbone di Tvn – hanno spiegato – un aspetto positivo di quel documento era certamente dato dall’immagine di una città che si presentava unita attorno ad una visione per il futuro; un altro, altrettanto positivo, era rappresentato dalla volontà di chiedere al Governo, alla Regione e all’Enel, di sostenere le indicazioni del territorio per avviare il percorso verso un nuovo modello di sviluppo. Le proposte avanzate erano stringenti e credibili, anche nei tempi di realizzazione delle opere che apparivano perfettamente compatibili con le esigenze locali. Si chiedeva al Governo e alla Regione di sostenere, anche accelerando i processi autorizzativi, il progetto di impianto eolico off-shore e il relativo hub per la produzione di componentistica con l’utilizzo di tecnologie finalizzate alle rinnovabili. Inoltre, si chiedeva il contributo di Enel per formulare progetti concreti che offrissero con chiarezza risposte alla legittima preoccupazione di lavoratori e imprese».
Pertanto il partito si dice intransigente «nel pretendere che non vi siano opportunistici e miopi ripensamenti che possano indebolire un ampio movimento di forze che vuole invece incamminarsi, senza deviazioni – hanno concluso – verso un futuro sostenibile e ricco di nuove opportunità».