«Aspetto che ci sia da parte di chi sta a sinistra un atteggiamento che rivendica giustamente ma non proprietario, dall’altra parte auspico che ci sia un riconoscimento del valore di quella data». Il segretario provinciale di Azione, Giacomo Barelli, riprende le parole sul 25 aprile dell’ex presidente della Camera dei Deputati Luciano Violante per dire la sua. «Parole, a mio avviso, non solo condivisibili ma necessarie nel clima avvelenato che si profila per l’imminente festa della Liberazione:non si ancora arrivati alla auspicata (da molti forse non da tutti)”pacificazione” tra gli italiani. Assistiamo invece al rivendicazionismo a destra, mentre a sinistra ci si mantiene su un terreno di pura contrapposizione. Nel corso degli anni il 25 aprile ha assunto un connotato politico molto forte con un uso politico, a volte persino propagandistico, che ne hanno fatto alcuni partiti della sinistra. In passato il Pci utilizzò la lotta partigiana per erigersi a baluardo della democrazia e unico liberatore d’Italia. Questa propaganda nel tempo ha rischiato di creare un falso binomio secondo cui la lotta partigiana equivaleva alla lotta comunista». « Come Azione - spiega Barelli - vogliamo ricordare invece – utilizzando le parole di Carlo Calenda – che alla nostra Resistenza hanno contribuito anime diverse e che la Resistenza è un patrimonio comune, non solo dell’Anpi, come si fa a dire che questa è stata una lotta di tutti quando in passato ad esempio la Brigata Ebraica è stata cacciata dalle manifestazioni. ll 25 aprile saremo in piazza a sfilare perché in quel momento è nata la nostra Repubblica ma l’antifascismo non può essere l’unica cosa di cui si discute. Azione è antifascista, antiautoritaria e contraria alla violenza ideologica ma abbiamo una idea di antifascismo non come arma politica di parte, ma come valore repubblicano che deve unire tutti. Se c’è un valore della Resistenza che rimane è quello della dignità nazionale di un popolo che si solleva contro l’invasore. Ed è quello che sta succedendo (da oltre un anno ormai) in Ucraina dove c’è una resistenza che resiste anche oggi e di cui non ci dobbiamo dimenticare».