LADISPOLI - Che il concerto di Capodanno in piazza Falcone, con protagonista Gianna Nannini, abbia riscosso successo non lo nega nemmeno l'opposizione che sin dal giorno della presentazione del calendario natalizio e in particolar modo del grande evento della notte di San Silvestro aveva sollevato dubbi e polemiche, sia per i nomi degli artisti che originariamente si sarebbero dovuti esibire, sia per il costo della manifestazione: oltre 300mila euro. Ed è proprio sulla cifra che tornano ad accendersi nuovamente i riflettori. «Il successo del Capodanno in piazza non cancella lo spreco di denaro pubblico». A dirlo sono gli esponenti di Ladispoli Attiva. «Ci fa piacere anche che, su input delle opposizioni e di moltissimi cittadini e associazioni sia stata riformulata la proposta artistica in senso più inclusivo e coinvolgente rispetto al primo cartellone, sebbene non coerente con l'obiettivo di trattenere in città i più giovani, al quale si era aggrappato il sindaco per giustificare inizialmente l'investimento. Tuttavia - proseguono da Ladispoli Attiva - rimangono forti perplessità sull'enorme cifra che l'amministrazione ha deciso di spendere per l'evento: 360mila euro di fondi pubblici, dei quali 40mila chiesti alla Regione Lazio e tutti gli altri presi dal bilancio comunale». E a proposito di cifre e investimenti, il movimento politica ricorda come nel 2019 «l'amministrazione Grando privatizzò la gestione del teatro Freccia con il pretesto che occorrevano 180mila euro di lavori per terminarlo» e «ora è stato investito esattamente il doppio di quella cifra per una serata». Per gli esponenti del gruppo politico di opposizione, «grossi investimenti economici per eventi spot di poche sere soltanto, meritano una riflessione lucida». «La nostra città vive quotidianamente tanti problemi ed emergenze, come quella abitativa o legata all'accessibilità dei luoghi, i marciapiedi colabrodo, carenza di posti nido comunali, strade e piazze sempre più sporche e la lista potrebbe allungarsi. Con 360mila euro spesi per questo capodanno si sarebbe potuto fare tanto altro».

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