LADISPOLI – Preannunciato la scorsa settimana, l’opposizione è passata all’azione presentando un esposto alla Procura della Corte dei Conti affinché possa verificare la regolarità degli atti relativi al cine teatro Freccia. La struttura tanto attesa dai cittadini sarebbe dovuta essere pronta già da un pezzo ma i lavori sono fermi da circa 2 anni. Il teatro auditorium Massimo Freccia è stato assegnato a una società privata nel luglio 2019, con l'obbligo di riaprirlo al pubblico entro 12 mesi – hanno specificato i consiglieri comunali Fabio Paparelle e Gianfranco Marcucci - e completare i lavori entro 24 mesi. Tuttavia, dopo oltre 4 anni e mezzo, la struttura è ancora chiusa. «Non solo – proseguono gli esponenti di Ladispoli Attiva - , nel contratto iniziale non sono state previste penali per i ritardi, ma la giunta a gennaio 2021 ha concesso una dilazione di 6 mesi a causa della pandemia ed ha esteso la concessione da 15 a 20 anni, azzerando anche il già misero canone di affitto di 500 euro al mese. Su quali basi? La necessità di ulteriori lavori per 180mila euro segnalata dal privato oltre un anno dopo il contratto di concessione».

I consiglieri hanno anche puntato l’indice sulla «mancanza di atti formali che attestino una valutazione dell'ufficio tecnico comunale in quel periodo» e poi altre accuse. «Successivamente, nel 2021, una convenzione integrativa ha formalizzato le modifiche al contratto originale senza specificare tempistiche o sanzioni per ritardi». Per Ladispoli Attiva sarebbe mancata anche trasparenza da parte della giunta Grando. «Malgrado un finanziamento di euro 915mila euro riconosciuto alla società aggiudicataria da parte del Ministero della Cultura nel marzo 2022, la struttura è ancora chiusa». A presentare l’esposto assieme a Paparella e Marcucci anche Roberto Garau, Alessio Pascucci, Daniela Ciarlantini, Amelia Mollica Graziano, Crescenzo Paliotta, Daniela Marongiu e la segretaria del Circolo di Sinistra Italiana, Rossana Valentini.

Sulle difficoltà del teatro Freccia era intervenuto nelle scorse settimane il sindaco ladispolano, Alessandro Grando, parlando pubblicamente di «una ripresa dei lavori» e di un’attesa legata solo ad uno scrupolo dei gestori per «questioni di sicurezza per l’ancoraggio dei carichi sospesi». Per essere ultimato, all’appello mancava il controsoffitto, l’impianto di proiezione e di aerazione. Una vicenda destinata ancora a far discutere mentre, battaglie legali a parte, i ladispolani sperano che il 2024 sia davvero l’anno buona per una delle opere pubbliche più attese.

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