Anche Luigi M. Buzzi, coordinatore del Circolo FdI, bacchetta l’amministrazione Frontini sull’esito della Fiera dell’Annunziata. «La dura legge della amministrazione Frontini si abbatte anche sulla Fiera dell’Annunziata: uno degli appuntamenti più amati dai viterbesi che ha sempre sancito l’inizio della primavera ridotto alla brutta controfigura di se stesso - afferma Buzzi -. Pochi i banchi, pochi i cittadini per le strade del centro. E non lo diciamo noi per spirito di polemica ma l’assessore Franco e il consigliere delegato Nunzi. Di Franco abbiamo già detto più volte cosa pensiamo e cioè che debba dimettersi il più rapidamente possibile per il bene della città intera: incompetenza mista ad assenza sono il mix perfetto per realizzare i disastri già messi in campo. Di Nunzi non diciamo nulla: nemmeno di rimettere la delega che detiene. Sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Intanto - aggiunge -, anche questo evento è trascorso nel disinteresse generale. E non valgono a giustificare insipienza e improvvisazione il cambiamento delle modalità di consumo, internet e via dicendo. Quando si amministra si deve avere anche il coraggio di cambiare, di innovare, tenendo conto di come intanto il mondo intorno a noi è cambiato. E invece non solo non pensiamo al nuovo ma riproponiamo male il vecchio, creando un ingiustificato disagio per i cittadini che si sono visti la città bloccata per nulla».

«Per quanto ancora dovremo avere a che fare con questa banda di incompetenti allo sbaraglio? Per quanto ancora la sindaca Frontini vorrà tenere in vita la più disastrosa esperienza amministrativa a memoria d’uomo?

Non vorrei e non vorremmo essere profeti di sventura: è un ruolo che non ci si confà. Ma a poco più di un mese dall’inizio cosa ne è di San Pellegrino in Fiore? Dopo l’entusiasmo per la bella vittoria della squadra guidata da Raffaele Ascenzi, cosa ne è del resto in capo al Comune? Cosa ne è della comunicazione, del bando per la realizzazione del progetto e via dicendo? Non vorremmo ritrovarci nel breve volgere di qualche settimana - conclude - a piangere anche sui fiori e sulle sorti della nostra povera città.

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