CIVITAVECCHIA – «I black out elettrici che stanno paralizzando la città in questi giorni di caldo record sono gravissimi e inaccettabili. In tanti stanno raccontando disagi al limite della sopportazione: ascensori bloccati, ore chiusi in auto per un po’ di fresco (compresi i miei genitori), tentativi disperati di difendersi da un calore insostenibile. In una comunità dove una larga parte degli abitanti è anziana e fragile, questi episodi hanno messo a nudo tutta la gravità della situazione». Inizia così il duro intervento del capogruppo Avs Ismaele De Crescenzo. 

«I cittadini – e noi con loro – hanno immediatamente capito a chi chiedere conto: Enel. Un’azienda a cui questa città è stata generosa per decenni, e non perché si pensi che i black out siano direttamente collegati alla presenza delle centrali sul territorio, ma perché oggi è evidente il risultato di politiche industriali miopi – ha aggiunto – come denunciato dalle organizzazioni sindacali, la grave carenza di personale sta creando una situazione insostenibile: il trasferimento di tecnici e operatori verso altre regioni sta lasciando il territorio sguarnito, con conseguenze gravissime sulla gestione della rete. La logica che mette al primo posto il profitto per gli azionisti, piuttosto che il servizio al cittadino, ha portato a un taglio del personale e alla drastica riduzione degli addetti reperibili, proprio mentre la rete elettrica mostra segni evidenti di fragilità, inefficienza e obsolescenza. Ci chiediamo se Enel abbia realmente preso in considerazione il contesto attuale, segnato da cambiamenti climatici sempre più estremi, con ondate di calore senza precedenti che mettono a dura prova infrastrutture e cittadini. I fatti dicono di no».

E a fronte di questi disservizi, secondo De Crescenzo, «non è accettabile che a pagare siano solo i cittadini. Enel deve assumersi le proprie responsabilità anche dal punto di vista economico. A questo proposito – ha sottolineato - vale la pena ricordare che la normativa vigente prevede precisi obblighi di indennizzo automatico per le interruzioni prolungate del servizio elettrico, disciplinati dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera). Pertanto, chi ha subito danni, disagi o ha dovuto affrontare spese straordinarie a causa delle interruzioni prolungate dell’energia elettrica ha diritto a un risarcimento automatico e può richiedere anche un ulteriore indennizzo specifico in caso di danno documentato (ad esempio per apparecchiature danneggiate o costi aggiuntivi). Un’azienda che si definisce strategica e radicata nel territorio non può pensare di cavarsela con qualche dichiarazione di circostanza. È inaccettabile che Enel pretenda dividendi e profitti miliardari mentre lascia migliaia di cittadini senza servizi essenziali e senza tutela. Chi per anni ha beneficiato delle risorse di questa comunità oggi ha il dovere di farsi carico dei danni che ha contribuito a generare, non solo con indennizzi automatici e sconti in bolletta, ma ripensando un modello industriale che mette gli interessi degli azionisti davanti alla sicurezza delle persone. Non è un favore che Enel deve fare ai cittadini – ha concluso il capogruppo di Avs - ma un obbligo preciso di responsabilità sociale, economica e civile. E se l’azienda non saprà assumerlo, sarà la nostra comunità a pretenderlo con ogni strumento necessario».