SANTA MARINELLA – Le opposizioni cittadine hanno presentato una richiesta di consiglio comunale straordinario per invitare il sindaco Tidei alle dimissioni. “Nell’ultima settimana, la città è stata investita da una serie di rivelazioni diramate dalla stampa, che hanno causato grande turbamento e sconcerto nei cittadini – dicono Baciu, Fiorelli e Di Liello - le notizie, come tutti sappiamo, coinvolgono il sindaco e l’intera amministrazione e profilano preoccupanti pratiche diffuse di mala gestione. In qualità di consiglieri comunali, riteniamo doveroso informare la cittadinanza. Per questo motivo, abbiamo protocollato, oggi, una richiesta di convocazione di consiglio comunale in seduta straordinaria ed urgente (ai sensi dell'art.39 comma 2 Tuel e dell'art. 12 c.4 ed Art.13 c.3 dello statuto comunale) con il seguente ordine del giorno: Esame e dibattito sulla questione che riguarda il sindaco in merito ai fatti (politici) riportati dai media locali e nazionali e se essi corrispondano o meno a verità, in un consiglio comunale aperto ai cittadini”. Sulla richiesta di dimissioni coverge anche il Centro studi Aurhelio che in una nota afferma. “Da una settimana a questa parte, di fronte ai virgolettati delle intercettazioni della Procura, ogni giorno dai giornali che le pubblicano, vengono fuori cose peggiori, parole che descrivono fatti che offendono in modo definitivo la funzione del sindaco e i luoghi delle istituzioni. E’ l’emersione di un sistema che coinvolge personaggi, vicende occupazionali, sociali e episodi relazionali. Il nostro dispiacere dal punto di vista dei drammi personali che ne seguiranno, è profondissimo, ma quello che più ci dispiace è che le questioni di gossip, di chiacchiericcio paesano o di conversazioni pepate da bar, stanno prendendo il sopravvento su cose ben più serie. E’ possibile che invece di chiudere la propria carriera qui, per salvare le proprie cariche, si possano far arrostire parenti, mariti, mogli, figli? E’ tempo di silenziare la macchina del fango che coinvolge i familiari, per preservarli il più possibile dalla ribalta, perché qui la questione pubblica è essenzialmente politica e politicamente va risolta. Cosa altro deve accadere dunque, per far andare a casa una amministrazione? Si assiste ad una assoluzione collettiva da parte della maggioranza che equivale alla complicità morale ed all'accettazione politica, sociale e culturale dell'uso di una carica e di un luogo istituzionale, in modo a dir poco disinvolto e ambiguo”.

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