Roma, 3 dic. (Adnkronos) - "Non serve solo pensare a quando scriveremo lo Space Act, ma anche a come lo scriveremo". Elisabetta Gardini Donazzan, Vicepresidente Commissione per lindustria, la ricerca e lenergia (Itre) del Parlamento europeo sul nuovo regolamento europeo per la sicurezza, la resilienza e la sostenibilità delle attività spaziali, ha sintetizzato così la posta in gioco sullo Space Act, definendolo un atto cardine, molto richiesto e molto atteso ma anche complesso, stratificato, scritto da troppi umani, con il rischio di diventare un freno alla competitività. Dopo aver chiarito la fase delicata dei lavori a Bruxelles, Donazzan, in videocollegamento alla conferenza Space&Underwater Space Economy, Submarine Cables & Cybersecurity, ospitata nei Saloni di Rappresentanza della Caserma dei Carabinieri Salvo DAcquisto a Roma, ha ricordato gli esiti della recente ministeriale ESA a Brema, con un aumento del budget dellAgenzia e nuove iniziative, come il ritorno delluomo sulla Luna, segnale di una fase cruciale per le politiche spaziali dellUnione e internazionali. Sul merito dello Space Act, Donazzan ha indicato tre pilastri sui quali appoggiare il regolamento: semplificazione (non voglio essere la Timmermans dello spazio), apertura a paesi terzi e paesi like minded, definizione di standard internazionali in un dominio senza confini, dove il rischio è che lEuropa continui ad autoregolamentarsi mentre il resto del mondo non si impone regole. Da qui lavvertimento: Lo Space Act serve, ma se saremo gli unici a imporci queste regole andremo a detrimento della nostra capacità di competere. Leurodeputata ha insistito sulla necessità di evitare gli errori del Green Deal, con strumenti distorsivi del mercato che hanno avvantaggiato produzioni in paesi tuttaltro che amici dellEuropa: Ben vengano le regole, ma devono poter essere condivise, anche sul fronte ambientale (debris, rottami, impatto orbitale), con investimenti su tecnologie per la gestione dei detriti. Unattenzione particolare è stata rivolta al tessuto industriale: Dobbiamo rafforzare la competitività e garantire accesso a imprese di ogni dimensione, non solo ai grandi player ma a tutta la supply chain di piccole e medie imprese, ha spiegato, richiamando il lavoro di audizioni con industria, accademia e istituzioni nazionali. Rispondendo alle letture critiche emerse dopo Brema, Donazzan ha respinto lidea di un rallentamento tedesco o italiano sul dossier: Non stiamo tirando indietro sullo Space Act: vogliamo scrivere regole che vadano bene per gli Stati più importanti e per lEuropa tutta. Ciò che fa bene allindustria italiana ed europea fa bene allEuropa, ha concluso.