Milano, 1 ott (Adnkronos) - Si è tenuta oggi la prima tappa del ciclo di seminari promossi da Ibc, lassociazione industrie beni di consumo, sulla digitalizzazione al servizio delle piccole-medio imprese. Lobiettivo di è coinvolgere, informare, formare le industrie associate ha affermato il presidente dellassociazione, Flavio Ferretti, così da incoraggiare ladozione di soluzioni concrete per ridurre i costi operativi, migliorare la produttività e rafforzare la competitività sul mercato interno ed internazionale del tessuto industriale italiano. A Ibc fanno riferimento oltre 35mila industrie che producono beni di consumo. Realtà italiane ed estere, operanti nei settori alimentare e non alimentare, che generano complessivamente un giro daffari di 500 miliardi e occupano in Italia oltre 1,1 milioni di persone. Lindustria del largo consumo è la terza più grande nellUnione Europea, rappresentando l11,6% di tutti i beni manifatturieri e con investimenti annui che raggiungono gli 81 miliardi di euro. Il tessuto imprenditoriale italiano, per restare competitivo, ha bisogno di aggiornarsi, adottando processi di digitalizzazione ed efficienza logistica. Con i recenti dati dellinflazione che la danno in calo, la competitività delle industrie di beni di consumo è un fattore di particolare rilevanza dal punto di vista economico. Stiamo cercando di trovare delle modalità che possano, all'interno delle nostre aziende, riuscire a ridare competitività ha affermato durante il suo intervento iniziale il presidente Ferretti. Per crescere abbiamo bisogno di produttività, parola che si sposa con maggiore efficacia ed efficienza dei processi aziendali. E a capo di questo cè la digitalizzazione ha spiegato il numero uno di Ibc -. In Europa, a riguardo, dobbiamo coprire un gap strutturale consistente e dobbiamo farlo velocemente o rimarremo indietro". Delle 35mila aziende associate, 20mila fatturano meno di un milione di euro lanno e con dimensioni di questa natura, l'efficienza diventa assolutamente indispensabile". È necessario quindi fornire degli strumenti adeguati al tessuto imprenditoriale, ma alla volontà devono seguire i fatti. Lintenzione delle aziende di investire su queste tematiche esiste, ma essendo realtà composte da poco personale, mancano tempi e competenze. La trasformazione digitale va affrontata, è urgente per tutte quelle piccole e medio imprese che hanno lobiettivo di recuperare competitività. Le pmi imprese rappresentano circa il 90% del tessuto imprenditoriale italiano, l'ossatura cardine in tutti i settori delleconomia italiana. "Questa sfida che passa da competenze, che passa da investimenti, che passa da piani a medio lungo termine, è fondamentale per garantire competitività e apertura verso nuovi mercati" ha sottolineato il presidente di Piccola Industria Assolombarda, Mattia Macellari. Per le piccole medie imprese italiane "c'è bisogno di colmare gap ultradecennali" perché le inefficienze e gli alti costi in filiera determinano "un mercato fatto di alti prezzi e alti margini, ma bassi profitti" ha fatto eco Andrea Ausili, Cio di Gs1 Italy. Una trasformazione digitale, l'adozione di regole e linguaggi comuni non è più rimandabile nel contesto odierno - ha sottolineato Ausili -. Le sfide e le opportunità che la tecnologia ci mette a disposizione possono essere colte solo se sono stati assolti compiti e processi di base che necessariamente devono essere consolidati prima di sviluppare nuove tecnologie". Come riuscirci? Uno dei problemi che affligge il tessuto delle pmi italiane è la mancanza di comunicazione tra le aree aziendali, per questo "serve un sistema integrato che affronti le necessità delle varie aree di business e una strategia it di lungo termine" secondo Pierpaolo Mamone, consumer products sector leader di Deloitte. Secondo Mamone, il tema da affrontare è quello dei dati che devono essere accessibili, accurati e completi. Il petrolio del futuro li definisce lesperto di Deloitte, in quanto hanno attributi fondamentali dai quali non si può prescindere e che richiedono investimenti. Le prossime conferenze si svolgeranno a Bologna, Verona e in altri capoluoghi italiani, sempre con lobiettivo di sviluppare nuove sinergie con le associazioni e le imprese presenti sul territorio e creare un contesto più favorevole alla competitività e agli investimenti, necessari per restare competitivi a livello globale.