CITTA’ DEL VATICANO -«L’accoglienza è il primo passo per la pace». Lo ricorda, ancora una volta, Papa Francesco, che questa mattina si è concesso un vero e proprio bagno di folla nell’Aula Paolo VI, dove le bandiere della pace si mescolano a quelle dell’Ucraina e di tanti Paesi in guerra. La Sala Nervi era infatti gremita dai rifugiati giunti in Europa tramite i Corridoi umanitari, iniziati nel 2016, che sono un alternativa sicura e legale ai viaggi della disperazione attraverso il deserto e il mare Mediterraneo poiché garantiscono ingressi regolari. Molti di loro sono sbarcati a Fiumicino e, successivamente, accolti in case e strutture in tutte le regioni d’Italia ma anche in Francia, Belgio e Andorra. In tutto sono stati accolti 6mila rifugiati, di cui 5250 in Italia, ai quali si aggiungono oltre 1800 cittadini ucraini, accolti dalla Comunità di Sant’Egidio. Tutto ciò grazie a progetti totalmente autofinanziati e la generosità non solo di associazioni, congregazioni religiose e parrocchie ma anche di cittadini che hanno offerto le loro case e il loro impegno gratuito e volontario. In prima linea, ormai da circa un anno, c’è il Sovrano Militare Ordine di Malta, sempre attivo nelle attività di assistenza. L’Ambasciatore del Sovrano Ordine di Malta in Ucraina, Antonio Gazzanti Pugliese di Cotrone, ha incontrato il ministro dell’Interno ucraino, Igor Klymenko, per un colloquio di lavoro dedicato alle attività che l’Ordine svolge nel Paese fin dal 1991, quando avviò i primi programmi di assistenza a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione. Durante l’incontro sono stati passati in rassegna gli aiuti umanitari distribuiti dai corpi di soccorso dell’Ordine di Malta in oltre 65 città ucraine. Il ministro Klymenko ha espresso il proprio apprezzamento e confermato il sostegno alle iniziative dell’Ordine. Da parte sua, l’Ambasciatore Gazzanti Pugliese di Cotrone ha ribadito la disponibilità dell’Ordine a contribuire alla formazione di specialisti in riabilitazione psicologica. Grazie alle sue unità specializzate, l’Ordine di Malta ha già fornito supporto a quasi 9.000 persone in diverse regioni dell’Ucraina, contando sull’impegno di oltre 130 psicologi formati e operativi nel Paese. Sono inoltre attive tre unità mediche mobili dedicate all’assistenza dei bambini in condizioni di necessità. E con i migranti, oggi, a ricevere l’abbraccio del Papa, anche le famiglie che, gratuitamente, hanno aperto le porte dei loro cuori e della loro casa, a chi un tetto non lo ha più. Come la famiglia siriana fuggita da Aleppo: «Siamo rimasti finché è stato possibile – raccontano al Pontefice -. Uscivamo di casa e non sapevamo se saremmo tornati la sera. Le bombe cadevano come pioggia. Nostra figlia aveva un mese. Abbiamo lasciato la nostra casa per andare in Libano ma poi l’esplosione del porto di Beirut ci ha lasciati di nuovo senza casa. Abbiamo sentito parlare dei corridoi umanitari, abbiamo fatto richiesta e ora possiamo finalmente vivere in pace. Ci sembra un sogno». Il Papa li ascolta commosso e li abbraccia prima di pronunciare un breve discorso, tutto interamente a braccio: ringrazia la Comunità di Sant’Egidio per quanto fatto, così come la Chiesa italiana, quella Evangelica e tutti i governi che hanno dato disponibilità a realizzare un progetto che sembrava impossibile. «Sono contento – dice il Santo Padre – di incontrare tante persone rifugiate e le loro famiglie che sono giunte attraverso i corridoi umanitari. La loro realizzazione è dovuta sia alla creatività generosa della Comunità di Sant’Egidio, sono bravi questi di Sant’Egidio, bravi, bravi. Mi piace tanto che i cristiani si uniscano per lavorare insieme e non sottolineare le differenze. Vorrei salutare specialmente le centinaia di persone, famiglie, comunità, che si sono messe a disposizione generosamente per realizzare questo processo virtuoso. Avete aperto i vostri cuori e le vostre case. Grazie tante. Grazie per portare avanti questa storia di accoglienza che è un impegno concreto per la pace. L’accoglienza è il primo passo per la pace». Ma l’accoglienza da sola non basta: «Bisogna pensare anche all’integrazione altrimenti non ha senso accogliere», conclude il Papa riferendosi implicitamente ai Governi. Infine chiede a tutti di pregare, ciascuno nella propria lingua, il Padre nostro. Perché anche se di nazioni diverse «siamo fratelli tutti».

* La Decisione di pubblicizzare in maniera massiccia le opere di assistenza del Sovrano Militare Ordine di Malta è legata a una semplice presa di coscienza dell’ottimo lavoro che da sempre i volontari SMOM portano avanti nei teatri più complessi su scala internazionale. La nostra intenzione è quella di favorire in ogni modo le attività che il Sovrano Militare Ordine di Malta porta avanti in Ucraina, con dedizione e grande impegno, in occasione del conflitto in corso. Riconosciamo nei volontari SMOM un esercito di persone comuni dai grandi valori umani, che con le loro opere possono fare la differenza anche in contesti veramente critici. Rinnoviamo l’invito a sostenere lo SMOM anche attraverso oblazioni in denaro con versamenti sul conto corrente intestato a SMOM Gran Priorato di Roma, IBAN: IBAN: IT04 G030 6909 6061 0000 0118944 Causale: “emergenza Ucraina”.