Milano, 27 nov. (Adnkronos) - Un software innovativo e un risultato statistico che deriva dall'aver comparato il Dna di Andrea Sempio, indagato per l'omicidio in concorso con Chiara Poggi, con quello degli aplotipi contenuti nel database (39.150 nell'Europa occidentale e 349.750 nel mondo). E' su questi match, contenuti in numeri grezzi e di difficile lettura a un occhio non esperto, che verte l'analisi biostatistica fatta dalla perita Denise Albani chiamata a decifrare le tracce genetiche trovate sulle unghie di Chiara Poggi uccisa il 13 agosto 2007. In attesa della relazione che l'esperta dovrà depositare entro il 5 dicembre, Albani si è limitata a una stringata mail alle parti per dare conto degli esiti calcoli biostatistici eseguiti sulle tracce di interesse, informare i consulenti che "è in fase di stesura della relazione" e che ribadirà quanto "già ampiamente emerso e discusso" nell'udienza davanti alla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli. In aula aveva spiegato la conservazione delle unghie, ripercorso le conclusioni del genetista Francesco De Stefano che aveva ritenuto non utilizzabile quella traccia genetica degradata, e aveva premesso più volte che il materiale trovato sulle unghie della vittima è un "aplotipo parziale misto non consolidato". Un Y che indica la linea familiare maschile che è stato comparata (per esclusione) con altri amici del fratello della vittima, il papà di Chiara Poggi e i due medici che hanno eseguito l'autopsia sulla ventiseienne, Dario Ballardini ed Ernesto Gabriele Ferrari. "Non potrò mai dire, e ci tengo a sottolinearlo, che quel profilo è di Tizio, perché è proprio concettualmente sbagliato essendo un aplotipo" dunque la sola deduzione "che si può andare a evidenziare è un contesto familiare di appartenenza, ma sicuramente non va a individuare una singola persona", le parole in aula di Denise Albani. I dati della perita del Tribunale non si discosterebbero dai risultati dei consulenti della difesa del condannato Alberto Stasi, i genetisti Ugo Ricci e Lutz Roewer, da cui era partita la Procura di Pavia per riaprire l'indagine sul delitto del 13 agosto 2007. Le conclusioni, affidate ai consulenti tecnici Carlo Previderé e Pierangela Grignani, rendevano noto la presenza su frammenti di due unghie di Chiara Poggi (quinto dito mano destra e primo dito mano sinistra) di un Dna maschile "perfettamente sovrapponibile" con quello attribuito ad Andrea Sempio, mentre viene escluso che la traccia sui frammenti dell'unghia del dito della mano sinistra della vittima sia "riferibile" all'indagato. E un secondo Dna maschile ignoto - minoritario rispetto a quello attribuito a Sempio - compare ancora. In attesa delle conclusioni scritte, le parti si dividono sul significato che il dato scientifico, non interpretato, ha nell'indagine su Sempio accusato del delitto in concorso con Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicido della fidanzata e con ignoti. Il terreno di scontro è duplice: la traccia genetica non è databile e per la difesa di Andrea Sempio la quantità riscontrata dalle analisi non lascia dubbi: è un Dna da contatto, dovuto all'aver toccato in tempi diversi rispetto alla vittima, un oggetto o una superficie di casa Poggi che il 37enne frequentava.