Fare del lavoro un mezzo di dignità ed emancipazione sociale. Sono questi gli obiettivi principali del patto di responsabilità sociale sottoscritto tra lo sportello di orientamento al lavoro della Diocesi di Viterbo, l’ufficio diocesano di pastorale e la Uila Uil comunale di Viterbo. Le prime esperienze positive dello sportello diocesano sul lavoro, che pone alla base degli accordi con le imprese territoriali il rispetto della legalità del lavoro in ogni sua forma, hanno portato la Uila Viterbo, guidata da Antonio Biagioli, ad aderire al patto «che verrà proposto ad altre sigle sindacali viterbesi».

L’accordo si basa su un decalogo che pone vincolanti “il rispetto delle lavoratrice e dei lavoratori in quanto persona umana, attraverso la tutela della libertà e della dignità della donna e dell’uomo, della lavoratrice e del lavoratore, nello svolgimento delle sue mansioni, evitando l’utilizzo di lavoro infantile o minorile, discriminazioni basate su opinioni politiche, religione, razza, sesso, nazionalità, età, orientamento sessuale, stato di salute e in genere qualsiasi caratteristica intima della persona umana”. Jacopo Giammatteo, direttore dell’ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro, ha spiegato che «è importante che la Uila si sia interessata al progetto di orientamento al lavoro. Speriamo di proseguire con le altre sigle sindacali e l’ente bilaterale, vogliamo cercare di essere più ecumenici possibile. È un punto d’inizio su dei principi cardine che sono sul diritto del lavoro».

Lo sportello di orientamento al lavoro della Diocesi è attivo dal 24 gennaio scorso e ha permesso 62 colloqui individuali dando un contratto lavorativo a 11 persone. Sono 52 i contatti intrapresi con prevalenza di giovani tra i 25 e i 35 anni. Cinque le imprese che hanno firmato l’accordo con lo Sportello e, per ora, rimane “difficile il pieno coinvolgimento di altre realtà imprenditoriali locali”.

Don Paolo Chico, Vicario episcopale per la pastorale sociale, ha detto che «accogliamo questa adesione come un germoglio e speriamo che sia l’inizio anche di altro. Senza nessuna preclusione, porta sempre aperta in ogni campo». Antonio Biagioli, segretario della Uila Uil Viterbo, ha raccontato che «quando siamo venuti a conoscenza di questa iniziativa abbiamo pensato subito di creare una sinergia: il problema che abbiamo nel nostro settore è quanto di peggio ci sia nell’umanità: lo sfruttamento e il caporalato. In alcune zone si è arrivati anche agli omicidi. Come si sconfiggono queste ingiustizie? Con l’incontro tra domanda e offerta di manodopera pulita e legale».

Biagioli ha detto anche che «Confagricoltura e Coldiretti avevano creato piattaforme ma è mancato il rapporto umano, non basta riempire dei moduli con dei dati. È vero che Coldiretti e Confagricoltura hanno una storia antica ma chi può battere, organizzativamente, la Chiesa? Il progetto ci ha interessato perché prevede un patto preliminare con regole certe ed è un’iniziativa che mette al centro il valore del rapporto umano. C’è una struttura che sottopone il patto per il rispetto delle regole e dà informazione su diritti e doveri del lavoratore e su come non cadere nell’irregolarità».

Biagioli, poi, ha annuncia che si farà portavoce per «gli altri sindacati e, da vicepresidente dell’ente bilaterale, porterò questa esperienza a Coldiretti, Confagricoltura e Cia per creare una struttura che funzioni e dia risultati. Tutto ciò vuole eliminare lo sfruttamento e favorire il rispetto delle regole». Hanno sottoscritto il patto anche Francesco Maria Zappa e Filippo Maria Grassi che si occupano delle attività dello Sportello orientamento al lavoro.