Via della Parrocchia, centro storico di Viterbo, angolo via del Pavone, a due passi da via Marconi e corso Italia, le vie più importanti di Viterbo. Le varie amministrazioni comunali che si sono succedute hanno sempre parlato di qualche tema che ha fatto eco ogni volta: tra questi c’è sempre stato il tanto gettonato e propagandistico “rilancio del centro storico”. Ebbene. Tra il dire ed il fare non c’è solo di mezzo il mare ma anche la cura dei dettagli. Che, spesso, rappresentano la sintesi di ciò che si sta realmente facendo per la città.

Se il dettaglio fa l’eccezione che conferma la regola, via della Parrocchia è un bruttissimo segnale per la giunta Frontini: una via piena di rifiuti abbandonati da mesi, tra cui un materasso nella parte più nascosta della zona, una vera discarica nascosta a due passi dai posti più conosciuti del centro.

Il nome della via, quello sì ben visibile da tutti, sfregiato da anni con la bomboletta spray, resti di locali diventati sito di scarico di calcinacci e mobili in legno, presumibilmente di uffici o di un vecchio scantinato lasciato abusivamente abbandonato. Il tutto ben visibile. Ed è questo che più indigna, nessuno ripulisce o ristabilisce la legalità. A ciò aggiungiamo, ma sarebbe il minimo, la folta vegetazione su ambo i lati della viuzza e pareti che dire da ristrutturare è un complimento. Questa è via della Parrocchia, piccola via nascosta che ben si presta ad essere usata per scaricare rifiuti di ogni tipologia. E’ vero che è stata risistemata l’area vicina dietro l’ex Banca d’Italia, prima ridotta così, ma un giretto anche in altri vicoli andrebbe fatto.

A proposito di pareti che perdono calcinacci. Qualche giorno fa, una parte di corso Italia, sopra un’attività commerciale visibile provenendo da piazza Verdi, ha avuto il crollo di una grossa parte di cornicione. E’ stato necessario un momentaneo stop alla circolazione dei veicoli e l’intervento di polizia locale e dei vigili del fuoco. Insieme al degrado urbano, anche i rischi per l’incolumità nel centro storico “da rilanciare”.

Facendo questo giretto cittadino, poi, ci siamo imbattuti in quella che consideriamo una potenziale anomalia: i condizionatori in esterna, in pieno centro storico, sono compatibili con il decoro urbano in pieno cuore cittadino? Rileggendo la deliberazione n. 57 dell’8 aprile 2013 inerente il punto 2 del Regolamento dell’Ornato e dell’Arredo urbano dei centri storici di Viterbo (parziali modifiche ed integrazioni – approvazione) sembrerebbe di no. Nell’atto comunale, approvato 10 anni fa, l’allora assessore Ubertini chiarisce che, sugli impianti di condizionamento d’aria, “è vietata l’installazione di apparecchi di condizionamento d’aria e qualunque altro apparecchio tecnologico sulle facciate e sui balconi prospicenti le pubbliche vie. E’ consentita l’installazione sui balconi purché l’impianto non risulti visibile dalla pubblica via. (…) E’ consentita l’installazione di condizionatori tipo unico purché le prese d’aria esterne siano schermate da griglie di rame e dalla stessa colorazione della facciata”.

Alla domanda dell’allora presidente del consiglio Gabbianelli, sull’obbligo di messa a norma dei condizionatori esistenti, Ubertini rispose affermativamente, anche per quelli da adeguare successivamente. Ora la domanda sorge spontanea: gli impianti di condizionamento che fanno bella mostra di sé dietro via Matteotti e sono in zona centro storico, non rispondono ai divieti di questa deliberazione comunale? Anche secondo la Cassazione “il decoro architettonico non appartiene ai soli edifici di particolare pregio storico-artistico ma ad ogni fabbricato nel quale possa individuarsi “una linea armonica, sia pure estremamente semplice, che ne caratterizzi la fisionomia” (Cass. n. 10350/2011 e Cass. 8830/2008). Che ne pensa il Comune di Viterbo?