di FRANCESCO BALDINI



CIVITAVECCHIA - C’è una Civitavecchia nascosta, una parte della città che sono in pochi a notare, ci sono persone che passano inosservate ma che, non per questo, vanno dimenticate. Da qualche anno è attiva una convenzione tra Comune, Croce Rossa Italiana e Comunità di Sant’Egidio per aiutare i senza fissa dimora durante l’emergenza freddo. 



Tra le due realtà si è creata una sinergia che si va sempre più consolidando e che porta un aiuto concreto a chi è in difficoltà. Michele Capitani, della comunità di Sant’Egidio, ha spiegato le dinamiche che in questi giorni di emergenza gelo si sono instaurate.



"Ci occupiamo - ha raccontato - di fornire per il periodo di freddo intenso, principalmente ai senza dimora, un posto letto in strutture riscaldate e idonee,  all’albergo Ollolai,  vicino ai pompieri, ed al B&b sopra la stazione".



Ma la Comunità si occupa anche di fornire almeno un pasto caldo al giorno e di tutte le necessità quotidiane, come medicinali, visite mediche con un servizio di ambulatorio, docce e vestiario.



"I pasti - ha aggiunto Capitani - vengono dati alla tavola calda della stazione. I posti letto in totale sono 21 e sono stati riempiti tutti".



Grazie alla convenzione si riesce a fronteggiare il periodo di emergenza freddo, ma ci sarebbe bisogno di fondi "che perdurino - ha concluso Capitani - per tutto l’anno. Non dobbiamo dimenticare che c’è una città invisibile che bisogna compenetrare sempre di più".



Ma la serata è appena iniziata per i volontari, come ha spiegato il presidente della sezione locale della CRI Roberto Petteruti: "In questi giorni di emergenza freddo facciamo il monitoraggio del territorio - ha spiegato -  una squadra di volontari gira per la città in posti dove abitualmente ci sono senza fissa dimora che non hanno voluto o non possono essere alloggiati presso le strutture che noi abbiamo trovato. Oppure andiamo - ha continuato - a rilevare quelle persone che ci vengono segnalate dai comuni cittadini. La maggior parte li conosciamo e li assistiamo in via preventiva ma in questi giorni abbiamo avuto diverse segnalazioni di senza tetto di passaggio che si sono aggirati in città. Noi - ha concluso Petteruti- portiamo sacchi a pelo, giacche a vento e qualche pasto, in sostanza forniamo un supporto e cerchiamo di vedere quali sono i loro bisogni".



Un lavoro vitale, quello dei volontari della CRI.



"Chiediamo - ha detto Petteruti - per il futuro che venga allestita una location in grado di accogliere le persone in difficoltà, perché a Civitavecchia non c’è una struttura simile".



Il giro di monitoraggio è iniziato con la visita delle roulotte che si trovano in fondo al parcheggio dell’area Feltrinelli, dove sono ospitate alcune persone. I volontari hanno offerto bevande calde e soprattutto un po’ di contatto umano.



Gli uomini e le donne della CRI sono infatti formati anche psicologicamente per offrire il giusto supporto ed il sorriso sul volto dei senza tetto che li accolgono è la dimostrazione della necessità di quello che stanno facendo. Una domanda, due parole scambiate con gentilezza possono essere sufficienti per non perdere il contatto con una realtà che rischia di essere alienante. Le roulotte non sono riscaldate ma sono sicuramente più confortevoli della strada e permettono di fornire una residenza fittizia che consente l’accesso al medico di base per i cittadini italiani. 



Una delle persone visitate ha trovato alloggio in un ricovero di fortuna in campagna, soltanto in parte in muratura. 



Un fuoco acceso dentro una pentola e un sacco a pelo fornito dai volontari fanno la differenza tra la vita e la morte.



Non è una metafora: è la dura realtà quotidiana che alcuni sono costretti ad affrontare ed è solo grazie alla generosità dei volontari e dei semplici cittadini che riescono a sopravvivere in condizioni precarie.