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Il commercio in via Cairoli perderà a breve quattro attività, gestite da viterbesi, che sono pronte ad abbassare le serrande.
Due, entro questo mese al massimo entro il prossimo, si trasferiranno fortunatamente a pochi metri dalla sede attuale, una chiuderà definitivamente per cessazione dell’attività e un’altra è pronta a traslocare fuori le mura in una zona più agevole per la clientela, che potrà parcheggiare nei pressi. La nota farmacia Fortini è prossima a spostarsi da via Cairoli al Sacrario e la libreria dei Salici in piazza San Faustino. Due grandi spazi commerciali che lasceranno un vuoto fisico che potrebbe essere appetibile per imprenditori stranieri, visto che quelli viterbesi sembrano scarsamente interessati a investire in una zona che, a causa del degrado sociale in cui è stata abbandonata, è ormai circondata da una cattiva nomea. E, purtroppo, soprattutto per chi ci abita, non si tratta soltanto di male lingue. Abbassa la serranda definitivamente a fine anno invece la storica lavanderia mentre un’altra attività, che si affaccia su via Cairoli, è pronta a preparare bagagli, scatoloni e scaffalature per allontanarsi dal centro e trasferirsi nella zona di via Garbini, un’area commercialmente più attrattiva e più sicura.
Attualmente, considerando anche quelle in procinto di trasferimento o di chiusura, sono 20 i negozi in attività, di cui 5 quelli gestiti da extracomunitari. Sul lato sinistro, salendo dal Sacrario, il rapporto è quasi di parità - 6 serrande gialloblù e 4 multietniche - ma tra poco la differenza sarà soltanto di una unità. Sul lato destro invece, per ora, su 10 negozi - che scenderanno però a 8 - solo uno è gestito da titolari stranieri. Anche se pare che un altro locale, attualmente sfitto, avrebbe riscosso negli ultimi giorni l'attenzione di un commerciante non italiano. Dopo l’alta concentrazione di residenti di altre etnie tra il Sacrario e San Faustino è plausibile ipotizzare dunque che anche il commercio possa subire un cambiamento “culturale”. Per avere un’idea del possibile scenario basta dare un’occhiata alle vie limitrofe e nei pressi di piazza della Rocca. Con il rischio che altri negozianti viterbesi decidano di trasferirsi altrove, desertificando ulteriormente quello che si continua a indicare come centro città nonostante sia stato trasformato in brutta periferia.