LADISPOLI – «Per fortuna nessun altro caso di tubercolosi nell’area dove vivono i senza fissa dimora». La Caritas diocesana rassicura con le parole di Viviana Fiorucci dopo lo screening effettuato in questo periodo dall’Asl di Rm 4. I primi di agosto un senzatetto marocchino 45enne era stato ricoverato allo Spallanzani dopo aver contratto l’infezione e si erano sottoposti a controllo anche le persone che lo avevano accompagnato in ospedale, risultando negativi alla tubercolina. Test effettuato naturalmente a tutti i clochard della baraccopoli. Mentre il cittadino africano è ormai sulla via del recupero, nello stesso tempo i cittadini si erano allarmati perché nell’ampio parcheggio della stazione ferroviaria ci vivono una quarantina di sbandati in roulotte e anche all’interno di automobili. Una situazione carente dal punto di vista igienico sanitario denunciata, oltre che dai residenti della zona, anche dal parroco del Sacro Cuore di Gesù, don Gianni Righetti. «Forse si è diffuso troppo allarmismo a riguardo – ci tiene a precisare la Caritas – riguardo alla tubercolosi soprattutto. Per quanto riguarda invece la sistemazione di questi cittadini, questo è un altro tipo di problema. Noi continuiamo ad assistere i senza fissa dimora sperando in futuro ci possa essere una sistemazione». E su questo punto si era espresso il delegato alle Politiche sociali di Palazzo Falcone parlando di dimore permanenti grazie ai fondi del Pnrr. «In Giunta è stata approvata la stazione di posta – ribadisce Fiovo Bitti - affinché vengano messi a disposizione degli alloggi per le persone più bisognose. Ci sarà un’accelerata al progetto». Poi scatterà la fase due: convincere i clochard, sia italiani che stranieri, perché molto di loro rifiutano quasi sempre il trasferimento in una struttura preferendo restare in mezzo alla strada. I cittadini intanto chiedono lo sgombero delle roulotte mentre i pendolari sono infuriati perché non riescono mai a trovare posto per le loro auto prima di poter raggiungere la stazione a piedi. Baraccopoli che si trova su un terreno di proprietà di Città Metropolitana in via Settevene Palo.

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