CIVITAVECCHIA – Da anni Civitavecchia attende lo sviluppo delle sue risorse termali. Ma mentre altrove, in Italia, il termalismo continua a prosperare anche con minori risorse a disposizione, Civitavecchia rischia di rimanere indietro, intrappolata nella sua stessa indecisione.

La famiglia Sensi, con un background consolidato nel settore termale, rappresenta una delle realtà imprenditoriali che stanno guardando a questo territorio come a una potenziale fonte di crescita e sviluppo. Tuttavia, senza un sostegno concreto e tempestivo dall'amministrazione locale, questi sogni rischiano di rimanere tali, arenati tra presentazioni di progetti e promesse non mantenute.

E così abbiamo fatto un punto con l’imprenditore Marco Sensi, ad un anno e mezzo dalla sua ultima intervista su la Provincia, per capire quali sono le criticità e le potenzialità del progetto “Terme Imperiali”. Sensi, figura di spicco nell'imprenditoria termale viterbese, portava con sé non solo l'esperienza maturata attraverso la gestione delle rinomate Terme dei Papi, ma anche una visione ambiziosa per un nuovo capitolo nel termalismo della regione. Il progetto delle "Terme Imperiali", imponente con un budget di 7 milioni di euro, mirava non solo a offrire un luogo di relax e benessere, ma anche a valorizzare il ricco patrimonio archeologico della città. Posizionato strategicamente vicino al sito delle antiche Terme Taurine, il progetto avrebbe offerto ai visitatori un'esperienza immersiva, permettendo loro di rivivere i rituali termali dell'antichità. Le vasche termali, la grotta terapeutica, le sale massaggi e tutte le altre strutture previste nel progetto avrebbero non solo arricchito l'offerta turistica di Civitavecchia ma avrebbero anche avuto un impatto positivo sull'economia locale, soprattutto considerando il grande potenziale offerto dal porto turistico della città.

A più di un anno dalla sua ultima intervista sul progetto del parco termale "Terme Imperiali", quale è la situazione attuale?

«Non mi sembra che siano stati fatti grandi passi in avanti; da questa amministrazione non abbiamo avuto alcun riscontro alle nostre manifestazioni di interesse».

Aspettavate un qualche segnale da parte dell'amministrazione comunale: in questi mesi avete avuto contatti o incontri con il sindaco, gli assessori competenti o gli uffici?

«Sinceramente ci aspettavamo maggiore interesse sul nostro progetto da parte di questa amministrazione; soltanto l’assessore Francesco Serpa si è mostrato fortemente interessato e ci sta sostenendo nel percorso autorizzativo».

Un investimento preventivato di circa 7 milioni di euro: la società è ancora interessata a svilupparsi anche su Civitavecchia?

«Il nostro interesse c’è ancora; abbiamo investito già una cospicua somma sul territorio per l’acquisizione dell’area del Casale dei Bagni e per la captazione dell’acqua termale. È il nostro lavoro, ci piacerebbe portare la nostra esperienza trentennale su Civitavecchia, un territorio così vicino a noi, con grandi ricchezze storico-naturali, importanti infrastrutture ed enormi potenzialità di sviluppo turistico ricettivo».

Quali sono le tappe e le tempistiche prevedibili per poter portare a compimento il progetto?

«Serve una variante puntuale al piano regolatore per permettere la realizzazione del Parco termale. Possibilità che solo una chiara volontà politica può determinare. Ci risulta che anche le confinanti Terme Taurine debbano ottenere lo stesso passaggio. L’ideale sarebbe considerare un’unica variante per le due aree confinanti; il progetto, infatti, assumerà importanza strategica, proprio per la sinergia tra la realtà del parco archeologico ed il futuro parco termale».

Il rischio è quello che, con le elezioni amministrative previste per giugno, il dossier termale venga lasciato nelle mani della prossima amministrazione: siete disposti ancora ad attendere fiduciosi?

«Si, noi siamo fiduciosi che prima o poi il progetto venga apprezzato e sostenuto. Siamo altrettanto convinti che questo progetto possa rappresentare una prima iniziativa concreta nel settore termale a Civitavecchia, e che di sicuro funga da volano per altri progetti virtuosi in città».

Quale è oggi la situazione del mercato e della domanda di servizi di wellness e per il termalismo? Il target principale sono i crocieristi oppure esiste un'altra fetta di mercato fortemente interessata?

«Per esperienza sappiamo che il termalismo gratuito, ove possibile, rimane fondamentale per l’utilizzo della popolazione residente e non solo. Il nostro progetto invece vuole offrire un’alternativa in più a chi arriva a Civitavecchia con le navi, proponendo di far conoscere la sorprendente meraviglia del parco archeologico delle Terme Taurine e di fare apprezzare le preziose qualità dell’acqua termale di cui Civitavecchia è ricca da sempre. La domanda di attività per il benessere ed il mantenimento della forma fisica è da tempo in forte crescita e lo sarà per il futuro. Le acque termali possono rappresentare una grande ricchezza per i territori che ne sono dotati. C’è crescente interesse per il naturale, per il biologico, per il sostenibile, e tutto questo si riscontra proprio nelle caratteristiche delle acque termali».

Insomma, nonostante le aspettative alte e gli sforzi profusi da Sensi e dalla sua squadra, il progetto sembra essere arenato in acque burocratiche. L'amministrazione comunale, pur essendo stata informata e coinvolta fin dall'inizio, non ha ancora dato il via libera tanto atteso. Gli anni passano, e con essi anche le opportunità perdute.

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