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TARQUINIA - L’associazione Semi di Pace Odv ha inaugurato, domenica 29 settembre 110ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il “Centro interculturale di formazione e libreria solidale ‘Artigiani di Pace’”, realizzato presso la stazione ferroviaria di Tarquinia, nella sede concessa in comodato gratuito da Trenitalia. L’appartamento situato al primo piano della palazzina - tre locali, un bagno e un’ampia terrazza - è stato ristrutturato e arredato in maniera completa e funzionale, grazie a donazioni e al lavoro di molti volontari. Il centro, nel quale a partire dalla metà del mese di ottobre saranno avviati i corsi d’italiano gratuiti per stranieri, sarà disponibile per progetti e iniziative culturali e formative che abbiano tra gli obiettivi quello di contribuire all’integrazione armoniosa delle tante diverse culture presenti nel territorio.
Alle 17,30 si sono radunati davanti alla stazione tantissimi amici di Semi di Pace che hanno atteso l’arrivo di don Stefano Carlucci, parroco della Madonna dell’Ulivo e del sindaco del Comune di Tarquinia dottor Francesco Sposetti e dei rappresentanti dell’amministrazione comunale, dell’ISS “Vincenzo Cardarelli”, del Comitato Cri e del comitato Coop di Tarquinia, dell’Istituto Buddista italiano “Soka Gakkai” e dell’associazione “Cuori Blu”. Tutto il gruppo, in cui erano presenti il vicesindaco e assessore Enrico Leoni, le assessore comunali Monica Calzolari e Sara Corridoni, i consiglieri comunali Ernesto Cesarini, Patrizia Giorgini e Piero Rosati, è quindi salito al primo piano e si è accomodato nella grande terrazza affacciata sui binari e verso il mare.
Il parroco don Stefano Carlucci dopo un breve discorso e una preghiera ha impartito la benedizione al luogo, alle persone e ai volontari presenti.
Il presidente di Semi di Pace, professor Luca Bondi, ha ringraziato gli intervenuti e ha tenuto un discorso ricco di riferimenti culturali, per spiegare le ragioni che hanno portato l’associazione ad aggiungere un nuovo servizio a quelli già attivi presso la sede centrale della Cittadella: l’Emporio e la Boutique solidale.
Il professor Bondi ha messo in evidenza il valore simbolico, oltre che pratico, della collocazione del Centro interculturale in una stazione e come il viaggio sia da sempre metafora dell’umana esistenza e come la mobilità legata alla necessità e al desiderio di conoscenza sia un tratto caratteristico del “homo viator”, l’uomo viandante.
Luca Bondi ha poi voluto sottolineare l’importanza dell’istruzione come strumento di liberazione per i poveri del mondo e ha ricordato l’impegno di Semi di Pace che nei 44 anni della sua esistenza ha fondato tante scuole in tanti paesi dove migliaia di bambine e bambini hanno trovato l’aiuto necessario per crescere e per formarsi e da adulti contribuire con il lavoro allo sviluppo del loro paese. Una scuola è una piccola luce nell’oscurità e in questi tempi di guerra - ha detto Bondi, citando la frase di una celebre serie televisiva ‘Gli anelli del potere’: “Non è la forza che prevale sull'oscurità, ma è la luce. Le armate possono sorgere, i cuori possono cedere, tuttavia la luce resiste ed è più maestosa della forza. Perché alla sua presenza ogni oscurità deve svanire”.
Ha poi preso la parola il sindaco di Tarquinia, Francesco Sposetti, che ha espresso il suo apprezzamento per l’iniziativa e ha ringraziato Luca Bondi per l’impegno e la dedizione con cui in tanti anni ha saputo costruire una realtà viva e utile per tutta la comunità cittadina e internazionale e rifacendosi anche lui al tema del viaggio ha ricordato, in sintonia con il messaggio di papa Francesco, che il cammino di Luca come quello di ognuno proseguirà oltre il tempo del singolo e attraverso coloro che continueranno il cammino. A seguire sono intervenute la professoressa Carla Celani dell’Istituto Buddista italiano “Soka Gakkai”, l’assessora all’istruzione Sara Corridoni e la professoressa Cinzia Brandi in rappresentanza dell’ISS “Vincenzo Cardarelli”.
Si è quindi dato spazio alle testimonianze dei volontari e delle famiglie che animano i corsi di italiano di Semi di Pace, coordinati dalla dottoressa Monica Calzolari, volontaria dell’associazione e da alcuni mesi assessora comunale. I bambini marocchini e tunisini hanno cantato due canzoni in lingua araba e uno di loro ha recitato in perfetto italiano la filastrocca “Dopo la pioggia” di Gianni Rodari che nei versi finali riassume il sentimento che ciascuno ha nel cuore in questo tempo doloroso: “Non sarebbe più conveniente il temporale non farlo per niente? Un arcobaleno senza tempesta, questa sì che sarebbe una festa. Sarebbe una festa per tutta la terra fare la pace prima della guerra”.
La professoressa Carmen Dell’Ascenza, esprimendo il pensiero di tutto il gruppo dei tredici docenti attualmente impegnati nei corsi d’italiano e radunati intorno a lei, ha spiegato che la lingua è lo strumento primario attraverso il quale è possibile realizzare l’integrazione delle culture e dare voce e diritti a tutti, secondo i valori fondamentali dell’uguaglianza e della fraternità. Terminati gli interventi, si è svolta la cerimonia del taglio del nastro tricolore - teso da una bambina e da un bambino attraverso la porta d’ingresso - eseguito dal sindaco e finalmente i partecipanti hanno potuto visitare gli ambienti, mentre veniva allestito un buffet sulla terrazza in cui spiccavano i piatti preparati da docenti e studenti, tra cui deliziose la torta di verdure, la baklava, la seffa. La serata si è conclusa con uno straordinario e benaugurale tramonto che ha infuocato l’orizzonte e la nitida vista dell’Argentario e dell’Arcipelago toscano.
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