TARQUINIA – Il “villaggio di Pinocchio” off limitsOrdinanza urgente e contingibile del sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi che ha interdetto al traffico veicolare e pedonale il borgo delle Saline di Tarquinia per ragioni di incolumità pubblica. 

Il documento, numero 8 del 26 luglio, richiama la relazione della Polizia locale la quale riporta «una conclamata e documentata situazione di degrado e fatiscenza, nella quale versa l’intero Borgo della Salina» e sottolinea l'urgenza di provvedere per prevenire ed eliminare «il grave pericolo che minaccia l'incolumità dei cittadini, la pubblica sicurezza, l’igiene e la salute pubblica», anche alla luce della nota della Prefettura di Viterbo e della denuncia in Procura presentata nel 2022 da parte dell'Agenzia del Demanio, la quale, a sua volta, viene  ora intimata dal Comune di Tarquinia a provvedere entro un massimo di tre mesi a tutte le prescrizioni necessarie a riportare uno situazione di sicurezza. Molti degli immobili presenti all’interno del Borgo, infatti, compresi quelli oggetto di interventi di riqualificazione negli anni passati, versano ormai in evidente stato di degrado, oltre ad essere da tempo oggetto di continui e ripetuti atti vandalici e di furti dei materiali conservati al loro interno.

L'ORDINANZA Il sindaco Giulivi ha disposto l’interdizione al transito veicolare e pedonale a chiunque, nell’intero Borgo delle Saline, eccetto i mezzi ed il personale in servizio al Comando dei Carabinieri Forestali, Stazione di Tarquinia; ed ha inoltre intimato all’Agenzia del Demanio, Direzione Regionale Lazio, alla quale è attribuita l’amministrazione, la gestione e la detenzione dei beni, di provvedere, nell’immediato, e comunque non oltre i sette giorni dalla notificazione dell’ordinanza, alla esecuzione di tutte le opere e apprestamenti di immediata fattibilità e attuazione e, comunque, entro e non oltre tre mesi, alla completa realizzazione di specifici interventi, quali: l’apposizione di idonea segnaletica e/o di tutti gli strumenti necessari per interdire l’accesso ai non autorizzati, con indicazione degli estremi contenuti nell’ordinanza; la pulizia dei tratti stradali e di tutte le aree interne al Borgo che risultano invase da erbacce, vegetazione secca di vario genere e soprattutto degli aghi secchi dei pini che costituiscono un elevato rischio di incendio. Ed anche la chiusura e messa in sicurezza delle porte di accesso e delle finestre che risultano divelte, penzolanti in parte rotte e con vetri frantumati, al fine di evitare intrusioni da parte di soggetti estranei; la messa in sicurezza di cornicioni, facciate ed aree perimetrali di vari edifici, compreso quello dei “Sali scelti”; di provvedere a puntellamenti, recinzioni, apposizioni di cartelli e segnali relativi al divieto di ingresso, al pericolo e atti, comunque, a prevenire situazioni di rischio; e ogni altro adempimento ritenuto occorrenziale al raggiungimento dell’obiettivo di messa in sicurezza dell’area;

Nell'ordinanza il sindaco Giulivi chiede inoltre all’Agenzia del Demanio, Direzione Regionale Lazio, di trasmettere un cronoprogramma dei lavori da effettuare e di comunicare puntualmente l’esecuzione degli interventi e di ogni altra iniziativa intrapresa, affinchè il personale tecnico possa verificare l’ottemperanza alle disposizioni contenute nella presente ordinanza. Il personale tecnico del Settore X è infine incaricato di verificare l'esecuzione dell'ordinanza ai fini della rimozione dello stato di rischio accertato.

LA RELAZIONE DEI VIGILI URBANI  Lo stato di pericolosità e degrado in cui versa l’intera area è ben descritto dalla relazione della Polizia locale di Tarquinia, acquisita al prot. 27491 del 04-07-2023 , “sulla sicurezza urbana e pubblica incolumità del  Borgo delle Saline”, che evidenzia  proprio la necessità contingente «di interdire l’area a chiunque, fino alla messa in sicurezza dell’area e degli immobili che compongono il Borgo delle Saline».

Dalla relazione e dalla documentazione fotografica allegata, si evince infatti che: «i lati del tracciato stradale che conduce al Borgo e le strade interne risultano, in alcuni tratti, ricolmi di erbacce, vegetazione secca di vario genere e soprattutto degli aghi secchi dei pini, che rappresentano un rischio di incendio concreto, le cui probabilità di verificazione vengono elevate esponenzialmente dalla caratteristica dell’odierna stagione estiva contraddistinta da temperature estreme ed anormalmente al di sopra della media». Inoltre, «molti stabili versano in uno stato di abbandono avanzato con evidenti segni di degrado; molte strutture presenti hanno infissi divelti e rovinati; in gran parte dei fabbricati sono evidenti i segni di effrazioni, perpetrate nel corso del tempo da ignoti, che rendono di fatto accessibili a chiunque quei fabbricati, esponendo così tutta l’area al pericolo concreto di ulteriore danneggiamento, atti vandalici, invasione di terreni o edifici, ovvero altre ipotesi di reato certamente ravvisabili, e ravvisate nel corso del tempo nell’area sopracitata, divenuta oggi, di fatto, non più fruibile in sicurezza» E ancora: «Le mura perimetrali di alcuni edifici mostrano notevoli pezzature di distacco dell’intonaco, che minaccia di rovinare a terra in modo imprevedibile ed incontrollato; negli edifici sono state rilevate evidenti crepe che sono state popolate da vegetazione di vario genere; i cavi, che servivano (e/o servono) l’elettricità ad alcuni edifici, risultano penzolanti ed in alcuni tratti “volanti”; l’area ove insiste il fabbricato, che una volta era il centro di lavorazione del sale, e gli spazi circostanti risultano assai pericolose, considerati i cedimenti visibili nelle sue parti strutturali».

Il protrarsi del tempo senza alcun intervento determinerebbe pertanto «una situazione irreversibile di degrado e abbandono peggiorando lo stato, già grave, delle condizioni di sicurezza, pressocché assenti nell’intera area». Inoltre, «la presenza di chiunque nell’area ed in prossimità degli immobili risulterebbe oggetto di un rischio concreto ed attuale di eventi dannosi sotto i diversi profili della salute e della sicurezza pubbliche, intese sia come sicurezza della popolazione che come sicurezza urbana».

LA NOTA DELLA PREFETTURA  La Prefettura di Viterbo, con nota n. 56807 del 19.07.2023, acquisita al protocollo n. 30280/23, ha inoltre comunicato di aver ricevuto una segnalazione circa lo stato di abbandono in cui versa il Borgo della Salina e ha pertanto richiesto al Comune notizie aggiornate in merito, sollecitando così l’immediata attivazione dell’ente comunale sulla vicenda rendendo quindi «indispensabile e non altrimenti procrastinabile» la disposizione nei confronti dell’ Agenzia del Demanio- Direzione regionale Lazio, di un« provvedimento di carattere contingibile e urgente di messa in sicurezza, necessario per la doverosa rimozione dello stato di pericolo per la pubblica incolumità e per la salute pubblica».

IL COMUNE VINCOLATO AD EMETTERE IL PROVVEDIMENTO I rilievi effettuati dagli organi di Polizia e dalla Prefettura competente per territorio hanno quindi  acclarato una situazione di gravità tale da rendere di fatto vincolato l’esercizio del potere da parte del Comune al fine di prevenire o non aggravare le già accertate condizioni di pericolo:

Durante la stagione estiva si intensifica notevolmente l’afflusso di persone che passeggiano lungo la strada che conduce al Borgo e all’interno del Borgo stesso, aggravandosi notevolmente il pericolo per la loro salute, sicurezza ed incolumità personale, nonché aggravandosi al contempo anche il rischio di episodi violenti come effrazioni ed atti vandalici che finiscono così per elevare il pericolo.

«La situazione di comprovato pericolo – è riportato nell'ordinanza – risulta atta a determinare anche rischi di carattere eccezionale ed imprevedibile non individuabili ex ante e rispetto ai quali non risulterebbe possibile fare fronte con i mezzi previsti in via ordinaria dall’ordinamento». Tutto ciò ha pertanto contribuito a determinare il provvedimento sindacale, urgente e indifferibile, rivolto «a tutelare l’incolumità fisica della popolazione, così come la sicurezza urbana» e «a prevenire e contrastare l’insorgere di fenomeni criminosi o di illegalità come anche fenomeni di abusivismo quale l’illecita occupazione di spazi pubblici».

LE SALINE  E LA MANCATA RIQUALIFICAZIONE DEL BORGO La Salina di Tarquinia costituisce l’omonima Riserva Naturale Statale istituita con Decreto Ministeriale del 25 gennaio 1980 e rappresenta altresì un Sito di Importanza Comunitaria (SIC – Direttiva Habitat 2000) ed una Zona di Protezione Speciale (ZPS – Direttiva Uccelli 2000).  L’ex Corpo Forestale dello Stato, oggi Arma dei Carabinieri, ai sensi della Legge n. 394/1991 e della Legge n. 36/2004 detiene la gestione ambientale dell’intera Riserva Naturale Statale Salina di Tarquinia. Nell’ambito della Riserva Naturale, estesa per complessivi 170 ettari, lo Stato è proprietario anche del complesso immobiliare denominato “Borgo storico”, dichiarato di interesse particolarmente importante ai sensi della L. n. 1089/39, con declaratoria del 2 aprile 1997.

A partire dal 2003 e fino al 2007 il Comune di Tarquinia, a fronte della consegna provvisoria dell’intero compendio ha posto in essere, con fondi propri e finanziamenti pubblici, opere di riqualificazione dell’esistente, mettendo in atto interventi riguardanti le vasche e i canali nell’intento di ripristinare la corretta  circolazione dell’acqua, i sentieri naturalistici e alcuni edifici siti all’interno del Borgo delle Saline, senza tuttavia addivenire, per una serie di problematiche mai definitivamente risolte, alla successiva formale concessione dell’intero compendio immobiliare e, conseguentemente, alla sua effettiva gestione.

Le unità abitative ed i piccoli appezzamenti di terreno, un tempo occupati “sine titulo” in parte da ex dipendenti delle Saline, ai quali erano stati assegnati dall’amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato con concessioni scadute in epoca ormai risalente, in parte da privati che li avevano arbitrariamente invasi, in data 1° luglio 2021 sono stati definitivamente liberati dall’Agenzia del demanio- Direzione Regionale Lazio, che contemporaneamente ha avviato, d’intesa con le amministrazioni ed enti territorialmente competenti, un percorso finalizzato alla riqualificazione del complesso, attraverso un modello di tutela attiva integrata, ambientale e culturale, di carattere pubblico, con il fine di garantire un impatto positivo sia sociale, sia economico, con particolare attenzione verso i temi ambientali e dello sviluppo sostenibile.

A distanza di anni, nonostante l’impegno profuso dall’Agenzia del Demanio, Direzione Regionale Lazio e del Comune di Tarquinia, non si è arrivati alla definizione dei contenuti di un progetto di riqualificazione del Borgo, condiviso da tutti gli Enti a vario titolo coinvolti (Agenzia del Demanio, Mic, Mite, Arma dei Carabinieri, Comune di Tarquinia e Regione Lazio), tra i quali è stata anche promossa l’istituzione di un Tavolo di concertazione istituzionale e, soprattutto, non ci sono ancora certezze che l’attuazione di un progetto di riqualificazione, all’interno del vigente contesto normativo e dei vincoli esistenti, possa essere effettivamente sostenibile da un punto di visto economico-finanziario.

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