Annamaria Lupi

Salvare Talete si sta trasformando in una battaglia da “tutti contro tutti”. Dopo le contrastanti posizioni registrate tra i sindaci sulla proposta di trasformare la spa in un'azienda di diritto pubblico, ora lo scontro si sposta sulla tariffa unica regionale aprendo delle crepe nel fronte dei sostenitori della ripubblicizzazione dell'acqua. Mentre Luisa Ciambella, consigliera di Per il Bene Comune, ritiene che «l'adozione della tariffa unica regionale che va a dare una stessa bolletta a tutti i territori del Lazio sia la possibile soluzione «arriva la bocciatura secca da parte del Coordinamento comitati acqua pubblica “Non ce la beviamo”. Nella ridda di proposte «che si accavallano e si contraddicono a vicenda adesso spunta quella della tariffa unica regionale come la medicina giusta per curare i mali di Talete» stigmatizza il coordinamento, che giudica la proposta “pericolosa”. «Una tariffa unica - spiega il comitato - sarebbe realistica esclusivamente in presenza di una gestione unica e, pertanto, di un Ato unico regionale. E qui si giunge alla pericolosità della proposta, che per stare in piedi ha necessità di avere le fondamenta di un gestore unico regionale». «Il colosso Acea a livello regionale supererebbe la soglia del “25% di popolazione ricadente nell’Ato di riferimento”, necessaria per assumere il ruolo di gestore unico regionale. In altre parole - evidenzia la nota di Non ce la beviamo - la tariffa unica regionale, se realizzata, non potrebbe essere altro che l'anticamera del gestore unico regionale. Quindi il processo di privatizzazione di fatto del servizio idrico integrato, sotto le insegne di Acea, sarebbe cosa fatta».

Per il comitato «questa proposta non è altro che l’ennesimo tentativo di privatizzare il servizio idrico, scaricando tutti i costi - maggiorati della quota di profitto del gestore privato - sui cittadini». Netta quindi la stroncatura del coordinamento comitati per l'acqua pubblica che «per queste ragioni si oppone con forza alla tariffa unica regionale, destinata a condurci nella direzione opposta a quella della immediata ripubblicizzazione del servizio per mezzo della trasformazione della attuale Società per Azioni di diritto privato in azienda speciale di diritto pubblico, come ormai viene richiesto anche da non pochi sindaci della provincia viterbese». Se la situazione economico-finanziaria di Talete è critica, ancor più complicata si sta rivelando l'individuazione di eventuali soluzioni che siano il più condivise possibile. Un intrigato ginepraio di proposte e bocciature e sempre meno sabbia nella clessidra che segna il tempo di sopravvivenza della Talete.