di DANILA TOZZI



LADISPOLI - Quando è troppo è troppo. E anche l’eccesso di vivacità in un bambino di appena 4 anni può portare a estreme conseguenze: come la sospensione da scuola. E’ successo alla materna della Corrado Melone di Ladispoli dove gli insegnanti e il preside Riccardo Agresti si sono visti costretti a lasciare due bimbini a casa perché con il loro comportamento disturbavano la classe. Il dirigente scolastico minimizza il provvedimento, definendolo “una sospensione simbolica che non inciderà assolutamente sulla condotta finale. Più che altro un necessario richiamo al senso di responsabilità dei genitori per far capire loro che il figlio ha bisogno di attenzioni e quindi spiegargli bene quale comportamento da tenere in classe. La linea dell’istituto – aggiunge Agresti- è di non ammettere comportamenti incivili e irrispettosi verso gli altri compagni e i docenti. E se dopo i vari richiami del personale scolastico bimbi ed alunni non cambiano il loro atteggiamento a quel punto scatta la sospensione”. Senza voler buttar la croce addosso a nessuno però certi bambini sono spesso parcheggiati nelle scuole per comodità, anche se la mamma non lavora e potrebbe riprenderselo in orari più consoni per un bimbo di quell’età. Ma oggi, per il politicamente corretto, certe cose non si possono dire, e la scuola in precario equilibrio tra l’obbligo dell’istruzione e la delega delle famiglie all’insegnare l’educazione preferiscono non denunciare certe storie. Anche perché la reazione dei genitori di fronte a simili episodi spesso è quella di difendere il proprio figlio, a prescindere. Difatti in un caso il papà del bimbo sospeso ha presentato ricorso all’organo di garanzia della Melone che esamina questo tipo di situazioni. Però poi ha affermato Agresti “il padre ci ha ripensato quando ha capito che suo figlio aveva sbagliato. Anche perché non bisogna dimenticare invece chi ha subìto l’aggressione di questi bambini e sono tanti i genitori che vengono qui a lamentarsi per questo”. Il Comune tramite l’assessore alle Politiche scolastiche, Roberto Ussia è intervenuto commentando in un eccesso di zelo la soluzione della scuola e quindi non trovandosi d’accordo sulla sospensione dei due piccoli i bimbi. “La scuola – però conclude - può agire in autonomia e quindi fare le scelte che ritiene più opportune”.