Rifiuti che non dovevano trovarsi su quel terreno, ma che invece sono stati notati dai Carabinieri forestali.


Per questo motivo è finito nei guai un imprenditore civitavecchiese, al quale il terreno sul quale le forze dell’ordine hanno notato la presenza di un elevato numero di sfalci e potature sarebbe riconducibile.


Tutto regolare se quei rifiuti derivanti da aree verdi fossero stati di un privato, magari del proprietario dell’area. Invece l’elevato numero di materiale rinvenuto ha indotto i Carabinieri forestali a pensare che dietro ci potesse essere un’attività professionale.


Nel primo caso, infatti, sfalci e potature vanno considerati come rifiuti urbani, nel secondo caso, invece, sono ritenuti rifiuti speciali e necessitano di un trattamento differente. Gli inquirenti hanno quindi acceso i riflettori sulla ditta del verde incaricata dal Comune di Civitavecchia e di conseguenza sul subappalto concesso per quanto riguarda questo genere di attività. Sorpresa nelle sorprese, a quanto pare per gli inquirenti: anche l’azienda che in subappalto si starebbe occupando dello sfalcio del verde sarebbe riconducibile allo stesso imprenditore. A quel punto i Carabinieri forestali hanno chiuso il cerchio e hanno denunciato l’uomo all’Autorità giudiziaria. Un’indagine apparentemente semplice, che tuttavia cammina sul filo del rasoio. Se l’imprenditore riuscisse a dimostrare che i rifiuti stazionavano temporaneamente su quell’area, l’impianto accusatorio si sgretolerebbe e il caso assumerebbe contorni sicuramente diversi.