TARQUINIA - L’associazione Semi di pace nei giorni scorsi ha scritto una lettera a firma del presidente Luca Bondi, appellandosi ai rappresentanti dei partiti politici, a Francesco Sposetti (candidato sindaco), ai presidenti delle associazioni culturali, sportive, artistiche ed umanitarie, alle donne e agli uomini di buona volontà impegnati per le prossime elezioni amministrative, per «liberare Tarquinia dalla prepotenza e dal silenzio degli ignavi».

Bondi sottolinea di aver condiviso il documento con tutti i volontari e i collaboratori e chiede di «restituire dignità ed armonia alla città».

«Come residente di questo comune di Tarquinia, come cittadino del mondo, come insegnante, come responsabile di una comunità di servizio per i poveri, mi rivolgo a voi tutti - scrive Bondi -: Restituiamo dignità ed armonia a questa città. Gli anni che hanno caratterizzato l’amministrazione del sindaco Giulivi, possono essere considerati alla pari di uno scempio di civiltà, una ferita sanguinante nel tessuto sociale, culturale e relazionale di Tarquinia. Questa città è stata umiliata, aggredita, divisa da un “modus operandi” che per nulla può associarsi alla vera dimensione della politica. Gli antichi filosofi greci, come Socrate, Platone, Aristotele ci hanno fornito riflessioni profonde sulla politica, da concepire come “la forma più alta dell’arte, l’arte di amministrare l’organizzazione della polis. ”E la polis deve essere “governata” da competenti, perchè il rischio che possano “salire, ai posti di governo, persone che non sono adeguatamente formate, è sempre presente”. Per molti la politica è solo “l’anticamera della tirannide”, che stride con l’immagine del politico come colui che deve operare per il bene collettivo. L’uomo, per Aristotele, è un “animale politico”, fatto per stare insieme e per formare la comunità. Dobbiamo riscoprire la bellezza e la essenzialità di sentirci “koinonia”, in unione e quindi comunità. Sentirci una città che è comunità attenta ai più deboli, attenta alla formazione, ai giovani, alla scuola, alle famiglie…alla coesione. Liberiamo Tarquinia dalla prepotenza e dal silenzio degli ignavi. Come può coniugarsi il senso del servizio, della gentilezza, della saggezza amministrativa e del buon senso con lo stile dell’arroganza e della prepotenza? Vi chiedo di tendere all’unione, alla convergenza di idee, di programmi, di sentimenti, di visioni…vi chiedo di orientare ogni sforzo di incontro, pur nelle diversità di sensibilità, per un progetto di rinnovamento, di ricostruzione, di armonizzazione di Tarquinia. Vi chiedo umiltà e spirito di servizio per onorare la politica come arte di amare la nostra comunità, la bella città etrusca che tanto potrà nuovamente brillare. Ognuno deve fare la propria parte. Ognuno ha il dovere di ribellarsi ai ciarlatani e agli incompetenti».

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