LADISPOLI - Dai finti nipoti in difficoltà ai tecnici del servizio idrico fino ad arrivare ai finti medici della Asl, i truffatori ne inventano una nuova ogni giorno per cercare di raggirare i cittadini. Spesso anziani. Ma anche giovani. Al telefono o di persona le modalità non cambiano. E ora all'infinita lista dei "finti" vanno ad aggiungersi anche i finti venditori del Folletto. A denunciare l'episodio è proprio una residente contattata, al telefono fisso (probabilmente recuperato dagli elenchi telefonici) «da una signorina che mi ha chiamato a nome della Folletto». «Mi ha detto che, essendo il mio aspirapolvere un vecchio modello, stava andando fuori produzione». Un inizio chiamata che poteva avere risvolti ben diversi. Perché la malcapitata il Folletto, a casa, lo ha veramente. Ma a farla insospettire è stato, per fortuna, il tono della voce della donna all'altro capo della cornetta telefonica e quella "penale" che avrebbe dovuto pagare se si fosse rifiutata di acquistare «un pacco con gli ultimi sacchetti e altri prodotti, come scritto sul contratto da me firmato». La donna per essere convincente avrebbe tirato in ballo anche una clausola del contratto. Se non avesse dunque ottemperato all'acquisto dei sacchetti, la vittima, avrebbe dovuto sborsare 130 euro di penale. «Alle mie rimostranze mi ha chiesto di cercare il contratto mentre lei avrebbe atteso in linea. Le ho chiesto di richiamarmi dopo, così da darmi il tempo di trovare il documento e leggerlo, ma niente». Alla richiesta dell'utente di qualche dato in più, la centralinista avrebbe iniziato ad «alzare la voce e a minacciarmi di lasciare nella mia cassetta della posta un bollettino di penale da pagare». Non solo: «Pretendeva che io confermassi la consegna per il giorno dopo scegliendo una fascia oraria e nonostante i miei rifiuti e le richieste di spiegazioni, continuava a urlare e a insistere fastidiosamente ripetendo il mio nome e cognome e se fossi io, con quel nominativo, al telefono». Domande alle quali la malcapitata si è rifiutata di rispondere riagganciando la chiamata. Ma impaurita, preoccupata di possibili penali, la ladispolana non si è persa d'animo e ha deciso di contattare il fornitore di zona. Qui la sorpresa: si trattava di una truffa. E non sarebbe nemmeno l'unica ad aver ricevuto chiamate di questo tipo, tanto che è stata invitata a segnalare la vicenda alle forze dell'ordine, cercando di risalire al numero dal quale era partita la chiamata.

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