di CRISTIANO A. DEGNI

SANTA SEVERA – Nella storia di Anni Verdi una parte importante è giocata da RiRei, il consorzio che ha avuto in assegnazione tutte le attività prima gestite dalla onlus e quindi anche il complesso di Santa Severa. Il portavoce del consorzio, Sebastiano Capurso, si è deciso a rompere il silenzio che aveva distinto l’attività degli assegnatari fino ad ora e racconta, dal suo punto di vista, qual è la situazione della nuova gestione definita come «un commissario ad acta». «Basso livello di assistenza, situazione economica insostenibile, gravissime carenze delle strutture, sabotaggi delle attrezzature e degli automezzi di trasporto disabili e distruzione degli archivi e delle cartelle cliniche». Questo in due parole lo stato della struttura all’atto della consegna a Rirei, secondo Capurso che prosegue: «Il consorzio ha provveduto ad assumere a tempo indeterminato tutto il personale avente diritto e già dipendente dalla associazione Anni Verdi. Il consorzio ha assunto a tempo indeterminato tutto il personale volontario o precario in servizio. Per un totale di circa 570 addetti». Capurso ritiene che si tratta di «contratti di alto valore economico ed comunque elaborati con lo stesso trattamento economico dei contratti precedentemente in vigore». «Chi non è stato reintegrato? – dice ancora il portavoce di RiRei - Un piccolo gruppo residuo. Dirigenti della vecchia gestione, alcuni fedelissimi del vecchio presidente, altri estranei all’attività assistenziale, l’autista personale, il segretario, l’addetto stampa, che oltretutto, per essere risultati irreperibili per mesi avevano perso il diritto al reintegro, mancando il presupposto della continuità. L’organico è ancora sovradimensionato e totalmente squilibrato». E’ interessante anche cercare di comprendere il quadro finanziario del momento e quindi tracciare quelle che sono le potenzialità delle strutture sanitarie. Secondo Capurso ci sono ampi margini di sviluppo: «Il consorzio - conclude Sebastiano Capurso - nella fase di gestione transitoria non riceve alcun finanziamento ma semplicemente il corrispettivo economico legato ai costi diretti dell’assistenza pari al 90% della spesa storica già riconosciuta alla disciolta associazione Anni Verdi».