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La stazione di monitoraggio della qualità dell’aria denominata “San Gordiano” ha rilevato nei giorni del 21 luglio dalle 7 alle 8 e 22 luglio dalle 16 alle 17, il superamento del valore di 200 µg/m3 m di biossido di azoto (NO2), con concentrazioni rispettivamente di 205 e 261 µg/m3.
«Dall’inizio dell’anno – ha spiegato il responsabile scientifico del consorzio di gestione per l’Osservatorio ambientale, il professor Mauro Rotatori – ci sono stati solo questi due superamenti sui 18 annuali previsti dalla normativa. Nel giro di un paio di ore la concentrazione è tornata nell’ordine di una decina di µg/m3. Ad oggi la media della concentrazione del biossido di azoto dall’inizio dell’anno è di 12,7 µg/m3, al di sotto dei 40 µg/m3 di legge. La centralina di San Gordiano rileva inoltre il dato della concentrazione giornaliera del PM10 che nei due giorni è risultato significativo ma inferiore ai limiti, ma maggiori nella precedente settimana in cui i valori del biossido di azoto erano nella media della stagione, scartando una correlazione tra i due parametri».
A detta del responsabile scientifico, quindi, dall’analisi dei dati della rete non si riscontrano incrementi tali da far pensare ad un inquinamento diffuso nell’area. «Se a questo si aggiunge che la direzione dei venti nei due periodi di superamento del valore limite erano provenienti da sud – ha aggiunto - si può escludere come causa le sorgenti presenti a monte della centralina. La causa del rilevante incremento della concentrazione di biossido di azoto, tenendo conto delle basse concentrazioni rilevate nell’arco dell’anno, deve essere ricondotta ad una sorgente molto prossima e di natura accidentale quale un possibile incendio di sterpaglie».