Dennis Edegbe, titolare di Denco Africa bar in via Signorelli 12 nel quartiere San Faustino, chiude e annuncia che si rivolgerà al Presidente della Repubblica per fare conoscere la sua storia.

Ieri pomeriggio, dentro il suo locale, Denni Edegbe, nigeriano con moglie e tre figli a carico, ha deciso di fare chiarezza su quella che lui definisce una vera e propria persecuzione nei suoi riguardi. Accanto a lui l’avvocato Giacomo Barelli. Il 25 giugno scorso a San Faustino c’è stata una rissa sfiorata tra un gruppo di stranieri e le forze dell’ordine che sono intervenute dopo che un gruppo di immigrati, una parte dei quali usciti dal locale di Edegbe, avrebbe reagito a presunti insulti razzisti dei residenti.

«L’episodio della rissa di questa estate – ha detto Dennis – non c’entra niente con me. Si tratta di persone uscite dal locale e altre che nulla hanno a che fare con me. Ho preso la decisione di chiudere l’attività che ho aperto da un anno e mezzo dopo avere fatto tutti i lavori di ristrutturazione a norma di legge. Quando sono arrivato, subito i residenti mi hanno chiesto cosa volessi fare ed io ho risposto la cucina tipica africana che a Viterbo non esiste. Immediatamente mi hanno detto che qui non poteva funzionare questa attività perché non adatto il locale come ristorante, io dissi che sarebbe stato il Comune a decidere». Durante i lavori l’imprenditore nigeriano ha ricordato che «tante volte sono arrivati i vigili per controllare i lavori di ristrutturazione che stavo eseguendo, ho messo tanti professionisti. Mi hanno detto i vigili che lo scarico non lo potevo usare. Poi ho comprato una pompa. I vigili sono stati richiamati per una cappa che ho messo e mi hanno detto che usciva della puzza. Come faccio a cucinare senza la cappa?».

Quindi il Comune ha rilasciato la licenza. «Ho iniziato a lavorare e quando qualche cliente fumatore usciva alcune persone li hanno insultati – continua Edegbe – e si sono presi tra loro. Tante volte sono venute le mogli di alcuni residenti per la musica e anche quando il volume era basso si sono lamentati. Ho tre figli e voglio lavorare: gli ho chiesto di trovare un accordo ma inutilmente, volevano che chiudessi tutti i giorni alle 20. Come faccio a chiudere con un ristorante? Io pago 850 euro di affitto e 500 euro a casa».

Più volte i residenti sono ricorsi anche agli avvocati che hanno scritto a Edegbe lamentandosi: «Allora mi sono rivolto anche io agli avvocati, ne ho girati 8, ma nessuno mi ha voluto tutelare. Ho avuto dopo due mesi l’autorizzazione per la musica ma i vicini hanno continuato a dire no, al massimo fino ad una certa ora e spesso, poco dopo le 21 per feste di compleanno di cui li avevo preavvisati. Hanno chiamato la polizia anche con musica a basso volume. La verità è che non mi vogliono fare lavorare».

Le forze dell’ordine sono venute, come dice Edegbe, «con i cani antidroga senza trovare mai nulla» ma «i vicini mi fermano e mi dicono che io qui non ci posso stare e mi insultano sempre. Ho lavorato sempre con la paura». I fatti che hanno portato alla chiusura per 15 giorni del suo locale sono ricordati da Edegbe.

«Quando i clienti vedono la polizia scappano sempre e neanche mi pagano – continua Dennis – quindi dopo il danno anche la beffa. Hanno tutti paura. Alle 22 io chiudo tutto anche per le feste. Quella sera della rissa in piazza a San Faustino i vicini hanno chiamato la polizia alle 21.50 per schiamazzi notturni, tre pattuglie sono arrivate e tutti sono fuggiti. Alcuni si sono spostati alla piazza lì, vicino. Poi ho letto che un mio cliente ha morso un agente e sono stato chiamato dalla questura: mi hanno fatto firmare un foglio con cui mi facevano chiudere per 15 giorni. Io che avevo fatto per questo? Pago io la responsabilità di altri. Mi sono ritrovato in difficoltà, senza soldi e senza avvocato con tre figli e moglie». L’avvocato Barelli ha chiarito che «Dennis non ha nessun procedimento in corso» e rimarcato che «ha una licenza che lo autorizza a fare regolarmente la sua attività sia di ristorante che per la musica. Due macchine stazionano regolarmente davanti il bar di Edegbe senza che mai nessuno abbia mai detto nulla».

Barelli quindi annuncia: «Faremo querela contro alcune frasi razziste uscite su un blog e pensiamo di rivolgerci al presidente della Repubblica per fargli conoscere questa storia che cozza contro i principi costituzionali».