ALLUMIERE - Fragile Festival – Edizione 0: la bellezza che salva, la fragilità che unisce. "La bellezza salverà il mondo." In questa celebre frase di Dostoevskij si condensa perfettamente l’essenza più profonda dell’Edizione 0 del Fragile Festival – Premio Cantautorale Allumiere, che ha visto la luce tra emozioni, poesia e musica nel cuore del borgo collinare. Un evento che ha avuto il coraggio di fare della fragilità non un difetto da celare, ma un valore da esaltare, una fonte autentica di ispirazione e bellezza.

Nel suggestivo cortile del Palazzo Camerale di Allumiere, cuore pulsante della cultura locale, nove cantautori provenienti da tutto il comprensorio si sono messi in gioco con brani originali, dando voce a sentimenti profondi, storie personali, ferite, sogni e speranze. Una serata che ha trasformato il palco in uno spazio intimo, dove la musica si è fatta confessione, arte, abbraccio collettivo. Il pubblico ha risposto con entusiasmo e partecipazione calorosa: numerose le presenze, sincero e prolungato l’applauso che ha accompagnato l’intera manifestazione. Molti gli attestati di stima giunti agli organizzatori, l’Associazione Casa delle Arti di Allumiere, per aver saputo dare vita a un festival originale, toccante e necessario. Il vincitore è stato scelto dagli stessi artisti. A suggellare, infatti, l’atmosfera di condivisione e autenticità che ha caratterizzato il Fragile Festival è stata la formula stessa della competizione: a decretare il vincitore non è stata una giuria esterna, ma gli stessi artisti in gara, chiamati a votare l’opera che più li aveva colpiti. Un gesto di fiducia reciproca e rispetto profondo. Il riconoscimento è andato al Maestro Michele Mainardi, che ha saputo commuovere e incantare con la forza disarmante della sua musica e della sua parola. Ospiti d’eccezione e sinergie virtuose. Ad arricchire la serata, infatti ci sono stati due ospiti speciali: il primo è Marco Mattei, che ha proposto alcuni brani tratti dal suo suggestivo album “Age of Fragility”, perfettamente in sintonia con lo spirito della manifestazione. L'altro ospite è stato Francesco Di Iorio, che ha regalato al pubblico momenti di grande intensità vocale ed emotiva, condividendo il palco con Paolo Meloni, autore ed esecutore di un brano particolarmente apprezzato. Un evento, questo, nato dalla passione di un piccolo gruppo di amici – amanti delle “cantate”, delle parole vere e delle emozioni nude – e cresciuto grazie a un prezioso gioco di squadra con altre realtà del territorio. L’organizzazione ha voluto esprimere "un ringraziamento sentito al Forte Festival, definito “non solo spalla, ma colonna portante”, per il supporto tecnico e fonico, fondamentale per la riuscita della manifestazione. Rock e I Suoi Fratelli per la collaborazione nella promozione dell’evento e per la presenza attiva e partecipe. Un esempio concreto di sinergia tra associazioni, mosse dallo stesso desiderio: costruire cultura vera, dal basso, con autenticità e visione". A rendere la serata fluida, profonda ma mai pesante, sono stati i due conduttori, Marco De Matteis e Cecilia Toffali, che con misura, eleganza e una rara empatia hanno accompagnato il pubblico e gli artisti lungo un percorso di rara intensità. La loro presenza ha rappresentato un filo invisibile ma essenziale nella tessitura dell’atmosfera che ha reso il Fragile Festival qualcosa di più di una semplice rassegna musicale: un’esperienza, quasi un rito collettivo. A suggellare la serata, un gesto simbolico e potentissimo: la creazione di una poesia collettiva, costruita estrapolando versi dai brani in gara. Parole che, messe in fila, compongono un affresco struggente e bellissimo dell’animo umano, in bilico tra dolore e desiderio, cadute e rinascite. Un documento poetico che resterà a testimonianza di questa Edizione 0: "Cado giù come quel che è fragile e stringo i denti, non te ne accorgi? Io non riesco a camminare, sono passati i miei anni e mi trovo qui ancora a prendere in giro il mio tempo che passa ogni ora. Un'anima spenta, fragile e seria con una vegetazione impenetrabile a sbarrarne l'ingresso. Quanto fa paura quel confine, le ferite aperte ad esibire un’esistenza. Ma venite, ché vi chiamo qui davanti! Venite in tanti: matti, fanti e santi. Cadremo tutti insieme come fili d’erba che guardano il cielo sotto la neve. Nel giorno che conosceremo ci ritroveremo altrove e il silenzio non fa più rumore finché in un cielo aperto torneremo a volare". In un mondo che ci sprona a essere perfetti e a non cadere mai, noi con il Fragile Festival abbiamo voluto dare invece spazio alla fragilità come valore, come elemento peculiare dell’essere umano in evoluzione”, spiegano con convinzione i promotori della Casa delle Arti. Una dichiarazione potente, che punta a sovvertire il paradigma dominante, per costruirne uno nuovo, più umano, più vero. Dove cultura e bellezza non siano prodotti, ma strumenti di crescita, cura e rinascita. L’Edizione 0 del Fragile Festival non è stata solo una “prima volta”, ma un atto di coraggio culturale, un esperimento riuscito che ha aperto un cammino. Gli organizzatori si sono detti “felici, emozionati e grati” per questa esperienza, consapevoli che – come spesso accade con le cose nate dal cuore – la fragilità ha saputo parlare al pubblico più della forza, lasciando una traccia profonda. Da questo piccolo seme, siamo certi, nasceranno nuove edizioni, nuove storie, nuove voci. E ogni volta, ancora una volta, la fragilità si farà canto.

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