Sarà eseguita questa mattina l’autopsia sul corpo di Crisan Valentin Ionut, il 31enne di origini romene deceduto sabato sera a Fabrica di Roma in seguito a una violenta lite con il cognato.

Quest’ultimo, Dumitriel Daniel Ene, è stato arrestato in flagrante per omicidio. Sentito dai carabinieri nella notte tra sabato e domenica ha ammesso di aver partecipato al litigio.

«Ci siamo presi a pugni» avrebbe detto. Lui stesso è stato è rimasto ferito ed è stato portato in ospedale per essere medicato.

Ene era uscito da qualche mese dal carcere dove era rinchiuso per questioni di droga. Indossava il braccialetto elettronico per maltrattamenti in famiglia in seguito alla denuncia sporta dalla compagna, sorella della vittima. Denuncia che poi sarebbe stata ritirata e i due, che hanno un bambino di pochi mesi, erano tornati a vivere insieme.

Sabato sera nell’abitazione di via San Rocco era in corso una festa familiare. Oltre ai due uomini erano presenti le sorelle della vittima e il padre. Tra Ene e Ionut, i cui rapporti pare fossero tesi da tempo, sono volati insulti e parole grosse fino a che sono venuti alle mani. Ionut sarebbe stato colpito con una bottigliata in testa davanti all’ingresso.

L’uomo ha cercato di raggiungere il pronto soccorso di Civita Castellana, accompagnato da una delle due donne presenti, ma durante il tragitto ha accusato un malore, è sceso dalla macchina, si è accasciato ed è morto poco dopo a bordo strada, in via Roma.

Sul fatto sono in corso le indagini dei carabinieri, coordinate dalla pm, Paola Conti, che ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima per chiarire le cause del decesso. Da chiarire anche il contesto in cui è maturata la lite. Questa mattina dovrebbero essere sentiti dal pm anche i familiari.

Crisan Valentin Ionut era un operaio della ceramica. Lascia una moglie e una bambina piccola.

La sua morte ha sconvolto la comunità di Fabrica di Roma dove era ben inserito e ben voluto. “Il tragico episodio - scrive l’amministrazione comunale - ha profondamente colpito e sconvolto la nostra intera comunità. Le forze dell’ordine sapranno certamente accertare dinamiche e responsabilità dell’accaduto. Nel frattempo vi chiediamo di osservare un rispettoso silenzio nei confronti delle persone coinvolte”.