CIVITAVECCHIA – A Civitavecchia si torna a parlare di sviluppo termale. Dopo decenni di promesse mancate, si intravede un orizzonte concreto. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Marco Piendibene sembra però voler prendere, o perdere, tempo rischiando di farsi sfuggire una fondamentale opportunità di sviluppo economico e turistico. Il dibattito in città è aperto.

L’opportunità del progetto privato, pronto e subito, stenta a decollare in nome di una complementarietà con il pubblico che rischia di frenare l’uno e l’altro.

Eppure c’è chi, come Civitavecchia 2000, si definisce ottimista, vedendo “dignità strategica” verso una delle risorse più preziose del territorio: le acque termali appunto.

«Nel corso di un recente evento cittadino, è emersa con chiarezza una nuova filosofia amministrativa: non più parole, ma azioni; non più immobilismo, ma programmazione; non più visioni a compartimenti stagni, ma integrazione intelligente tra pubblico e privato – commenta Alessandro Scotto - Il Comune ha ripreso in mano il progetto termale originato dalla variante urbanistica del 2008, lavorando con metodo sulla ricostruzione catastale delle particelle, sul recupero dello scheletro edilizio abbandonato, e soprattutto sul ripristino dei pozzi: un investimento concreto di 400.000 euro per garantire che l’acqua termale, oggi dispersa inutilmente, possa tornare ad essere un motore di sviluppo e benessere. Ma ciò che rende questa fase davvero straordinaria è la visione d’insieme. L’obiettivo è ambizioso: realizzare un grande parco termale archeologico e turistico, che colleghi la zona dell’autostrada nord alle terme pubbliche e private, alla Ficoncella e ai nuovi ritrovamenti di Aquetauri, offrendo ai cittadini e ai visitatori un percorso unico fatto di salute, storia, natura e cultura. Un progetto che può diventare simbolo di rigenerazione urbana, sociale e persino spirituale».

«Il dialogo con i privati, in primis con la famiglia Sensi, è stato improntato a realismo e apertura - sostiene Scotto -: l’amministrazione ha proposto un accordo procedimentale che superi il limite della frammentazione e unisca le forze in un project financing etico, in cui il Comune resti proprietario e garante dell’interesse pubblico. Un modello virtuoso che potrebbe persino abbreviare i tempi burocratici, ribaltando la vecchia logica secondo cui il pubblico rallenta lo sviluppo».

L’amministrazione punta alla certificazione delle proprietà curative delle acque. «Per la prima volta nella storia cittadina – osserva Civitavecchia 2000 - l’amministrazione ha deciso di mettere nero su bianco ciò che il popolo sa da generazioni: che le acque della Ficoncella fanno bene, ma ora sarà la scienza a dirlo ufficialmente, grazie a un ciclo completo di analisi stagionali che culmineranno a fine anno con un documento riconosciuto a livello nazionale».

Entusiasmi a parte, su una cosa sicuramente tutti sono d’accordo, il termalismo è un’opportunità economica, e non solo, che non può e non deve essere persa.

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