TARQUINIA - Sale l'attesa a Tarquinia, e non solo, in vista dell'udienza fissata per il prossimo 23 settembre quando il gup del tribunale di Civitavecchia scioglierà la riserva sulla richiesta di giudizio abbreviato per Claudio Cesaris, l'ex tecnico dell'Università di Pavia reo confesso dell'omicidio del professore biologo marino Dario Angeletti dell'Università della Tuscia di Viterbo.

Il docente cinquantenne di Tarquinia è stato freddato il 7 dicembre 2021 con due colpi di pistola alla nuca (una Browning dello zio, trovata in una cassettiera in casa del padre, a Dresano, in Lombardia), mentre si trovava nella sua macchina, una Volvo V40, al parcheggio delle Saline di Tarquinia. Un delitto compiuto in un minuto e 46 secondi e avvenuto alle 13,01:46, secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Tarquinia e del Comando provinciale di Viterbo sulla base delle immagini delle telecamere di videosorveglianza.

Il 69enne, secondo l'accusa, avrebbe teso un agguato premeditato al presunto rivale in amore. Il professor Angeletti aveva stretto un'amicizia con una ricercatrice, sua collega, ex di Cesaris e l'ex tecnico probabilmente non rassegnato alla fine della loro storia d'amore, sarebbe stato colto da un raptus di gelosia. Cesaris aveva seguito la donna da Pavia a San Martino al Cimino dove la 40enne si era trasferita dopo aver vinto il concorso all'Univerità della Tuscia; aveva preso in affitto una casa vicino a quella della donna con la quale continuava a sentirsi, come dimostrato dai messaggi sui cellulari. Messaggi avvenuti anche il giorno stesso del delitto, come ricostruito dagli inquirenti. “Ciao, cosa fai in questi giorni: sei qui?”, ha scritto la donna alle 18,48 del 7 dicembre, ancora ignara del fatto che Dario Angeletti era stato ucciso poche ore prima, intorno all'ora di pranzo. Due minuti più tardi Claudio Cesaris le ha risposto: “Volevo partire stasera, ma danno neve in Lombardia e quindi mi fermo, non voglio rischiare di passare la notte in macchina al gelo”. Alle 19.08 la ricercatrice ha scritto ancora : “Che hai fatto oggi, sei stato fuori? Noi (riferito ai due figli) un giro breve dopo lo pneumologo, c’era il sole”. Alle 19,10 Cesaris ha scritto ancora. “Ho girato parecchio per gustarmi anche io il sole. Accidenti, addirittura lo pneumologo, spero che ti abbia dato buone notizie sul loro stato di salute”. Alle 19,57 lei ha aggiunto: “Non stanno ancora del tutto bene, ma meglio”. Un minuto dopo, alle 19,58 Cesaris ha risposto: “È già una buona cosa”, e alle 20,15 lei ha aggiunto ancora: “Speriamo bene, buona serata”. “Buona serata anche a voi”, ha chiuso Cesaris alle 20,16. Poco dopo il 68enne èstato bloccato dai Carabinieri nella sua casa di San Martino al Cimino: i militari grazie alle telecamere erano infatti già arrivati a lui.

Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.

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