MONTALTO DI CASTRO – Un uomo di 44 anni, Simone Di Ludovico, è stato trovato morto in casa stamane all’alba dal padre, nella zona di Montalto di Castro paese.

Secondo una prima sommaria informazione l’uomo sarebbe stato colpito da infarto mentre si stava vestendo per andare a lavorare.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri e un’ambulanza, con i sanitari che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Il fatto sarebbe accaduto stamane tra le 5 e le 6.  Simone Di Ludovico aveva due figli di 17 e 8 anni.

Sotto choc la comunità castrense che si è svegliata con la tragica notizia di una giovane vita spezzata.

Straziante il ricordo sui social di un amico: «Vivo nel presente. Ma anche se non penso al passato, so di avere in me le relazioni che ho vissuto. Negli anni giovani poi, le persone a cui tieni, che in qualche modo ti aiutano a prendere forma, diventano dei riferimenti ideali, si trasfigurano in simboli e sensazioni che mai ti abbandonano. Tra le costellazioni di miti della mia adolescenza c'è Simone, e la prima cosa che mi viene in mente se penso a lui è il suo spirito indomito ma buono, nel corpo da gigante. Un senso di libertà selvaggia che mal sopportava compromessi, ma anche il calore di un cuore generoso. Ricordo l'ammirazione nella sua voce di quindicenne, quando mi raccontava di un amico scappato di casa nottetempo, per cavalcare senza meta nella Maremma. Non che Simone si facesse mancare i colpi di testa. Un outsider di natura, con cui la vita non è stata sempre leggera, ma il suo aspetto ti faceva pensare che avrebbe retto qualunque botta. Non cerco spesso nella memoria. Ma se lo faccio, tra gli episodi indelebili della mia adolescenza, molti hanno Simone lì con me. In campagna, sulla sua polo (fu il primo di noi a farsi la macchina) e poi sul suo fuoristrada, simbolo della nostra voglia di esplorare, alla ricerca di storie forti e dell'esperienza autentica della vita, a contatto con la natura. Le camminate notturne al plenilunio sopra Vulci, sono tra i momenti in cui ho fondato me stesso e lì c'era Simone, anzi: senza di lui non sarebbe proprio accaduto. Le merende metal in sala prove, i famosi "tre giorni" in caserma, i falò, l'Eremo, il suo diciottesimo, tutti gli slanci e i dolori della nostra crescita, condivisi senza filtri: ci sta una ragione se vivo nel presente, perché a ricordare queste cose, si spalancano troppi ricordi e si viene sopraffatti. La taglio qui, Simo sempre con me. Un forte abbraccio agli amici Simone, Daniele, Gianluca, Pietro, Stefano, Claudio, Andrea, Andrea, Valentino, Francesca, Marco, Valentina, Gian Marco, Claudia, Katiuscia, Venanzio, Alessandro, Leonardo, Manuela».

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