Comuni della Tuscia si uniranno per creare un sistema di videosorveglianza provinciale. Il protocollo del nuovo sistema prevede la “cablatura” del sistema di telecamere dei Comuni, per creare una sorta di rete che, non solo continuerà a servire i territori dove sono installate le videocamere ma, convoglierà in tempo reale i dati alle sale operative di polizia e carabinieri di Viterbo.

Ieri mattina alle 11, nella sala Coronas della prefettura, quasi tutti i sindaci del territorio si sono dati appuntamento per firmare il nuovo protocollo.

Al tavolo dei relatori oltre prefetto Antonio Cananà anche il vice presidente della Provincia, Pietro Nocchi, in rappresentanza del presidente Romoli, il questore, Fausto Vinci, il comandante provinciale dei carabinieri, Massimo Friano e il comandante provinciale della guardia di finanza, Carlo Pasquali e seduti in sala, molti primi cittadini della Tuscia.

«Da vari anni il ministero eroga finanziamenti per potenziare i sistemi di controllo cittadini - ha spiegato ai presenti il prefetto - oggi firmiamo un nuovo protocollo , perché quello vecchio è ormai scaduto per via della pandemia. Questo è il primo caso di creazione di una rete provinciale che, spero presto, sia esteso alle altre province. Voglio sottolineare - ha concluso - che per accedere ai finanziamenti è indispensabile il cofinanziamento da parte dei Comuni interessati. Con questa rete, si attiva un controllo capillare del territorio indispensabile che permetterà alle forze dell’ordine di intervenire tempestivamente in caso di reati».

Il sistema prevede che il flusso di dati venga convogliato non solo sui sistemi prioritari dei Comuni firmatari ma, anche nelle centrali operative della polizia e dei carabinieri del capoluogo. Si tratta quindi di una nuovissima e potente risorsa che dovrebbe permettere non solo la repressione dei reati ma in alcuni casi addirittura anche la prevenzione. «In questi giorni i cittadini ci chiedono sicurezza - ha spiegato La sindaca Frontini - e questo protocollo va in quella direzione. le telecamere di Viterbo sono già cablate con le forze dell’ordine, e questa cosa funziona e sapere che tutti i Comuni collaborano a questa rete è sinonimo non solo di deterrenza, ma proprio di lotta tutti uniti contro il crimine. Abbiamo chiesto nuovi fondi per attivare altre telecamere - ha concluso Frontini - cofinanziando il 75% della spesa».

Il sistema una volta in funzione metterà in rete non solo le telecamere per il controllo cittadino ma, anche quelle per la rilevazione automatica delle targhe, questo per consentire attraverso l’uso di un software dedicato, di essere grado di individuare la targa di qualsiasi veicolo segnalato, permettendone la tracciatura in tempo reale in tutto il territorio provinciale. «Un passaggio cruciale per potenziare la sicurezza - ha sottolineato il questore Vinci - anche per quanto riguarda il terrorismo. Viterbo che adesso ha 70 telecamere passerà ad avere all’attivo 1000 occhi sparsi sul territorio, questo significa avere maggiore sicurezza e dati da condividere con tutte le forze di polizia».

Anche il comandante provinciale dei carabinieri Massimo Friano ha espresso la sua approvazione verso il nuovo sistema definendolo: «uno strumento tecnico che, una volta messo a sistema sarà un ottimo deterrente. Oggi - ha concluso Friano - usiamo la rete cellulare per scambiarci i file video, con questo protocollo, invece gli operatori delle forze dell’ordine si potranno coordinare 24 ore su 24, permettendo una risposta verso il cittadino molto più rapida».

Il comandante provinciale della guardia di finanza, Carlo Pasquali ha poi spiegato perché per loro il protocollo non è subito fruibile: «il nostro ordinamento giuridico ci detta modalità differenti per l’accesso ai dati delle telecamere - ha spiegato - ma in attesa di quando anche noi potremmo usare il sistema, continueremo ad operare attraverso una fortissima collaborazione con le altre forze di polizia». Infine il vice presidente della Provincia Pietro Nocchi ha spiegato la grande importanza della videosorveglianza anche durante il periodo della pandemia. «Anche durante l’emergenza Covid la videosorveglianza è stata molto utile - ha sottolineato - siamo la prima Provincia ad adottare questo protocollo, e la cosa ci rende felici. Questo progetto in cui i sindaci sono stati resi protagonisti - ha concluso - garantisce ai cittadini di sentirsi più al sicuro». Infine il dirigente della squadra volante della questura di Viterbo, Riccardo Bartoli ha spiegato l’importanza del fare rete per garantire maggiore sicurezza: «Avere la visione di 60 orticelli genera meno sicurezza dell’avere una visione totale del territorio - ha sottolineato Bartoli - con questo sistema avremo la possibilità di controllare su tutta la provincia tutte le targhe segnalate. La stramaggioranza dei reati viene commessa utilizzando dei veicoli, quindi, il protocollo permetterà di avere una provincia blindata».