di GIAMPIERO BALDI



TOLFA –  E’ stato trovato appeso ad un albero, ad un chilometro di distanza dalla strada provinciale che da Santa Severa porta a Tolfa, Massimo Luciani il civitavecchiese di 42 anni che era scomparso da casa mercoledì mattina. Lo hanno cercato per due giorni in ogni luogo ma di lui nessuna traccia. L’uomo, infatti, doveva andare, così come faceva tutti i giorni, nei pressi di Porta Tarquinia con la sua auto, per salire su un mezzo della società per cui lavora alla centrale di Montalto di Castro, ma li non è mai arrivato. E la spiegazione la si è avuta stamattina quando, alcune persone che intorno alle sette percorrevano la Provinciale Tolfa-Santa Severa hanno notato una Opel corsa grigio-celeste targata DG 029 HL parcheggiata in uno slargo all’altezza del settimo chilometro. Probabilmente, avendo letto sui giornali la notizia, gli avventori della zona hanno ricollegato il fatto ed hanno avvertito i Carabinieri. Questi, giunti sul posto, hanno iniziato in collaborazione con le protezioni civili di Tolfa e Santa Marinella le ricerche, partendo proprio dal punto in cui è stata rinvenuta l’automobile. La zona, molto impervia e ricca di alta vegetazione, ha creato problemi ai soccorritori che sono dovuti inerpicarsi su un costone ricoperto di bosco per raggiungere, a circa 700 metri in linea d’aria della statale provinciale, il luogo dove è stato ritrovato il corpo di Luciani intorno alle 10. Il quarantaduenne (anche in base ai primi accertamenti), deve essersi suicidato, impiccandosi con una corda che aveva nell’auto. Probabilmente una decisione che aveva preso da tempo anche se nell’auto non è stato trovato alcun biglietto che giustificasse il suo gesto. Sul posto, oltre ai Carabinieri di Santa Severa e Santa Marinella e la Polizia Municipale è intervenuta anche la Guardia Forestale di Tolfa, le ambulanze della Croce Rossa e della Misericordia e il Reparto della Scientifica dei Carabinieri. Intorno alle 12,30 anche i fratelli ed alcuni familiari dell’operaio si sono portati sul posto dell’accaduto ma pochi minuti dopo sono risaliti in auto e sono tornati a casa. Successivamente, dopo l’intervento del medico legale, la salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria. A parlare di Massimo Luciani è il cognato Giovanni che al nostro giornale dice “Massimo era un bravissimo ragazzo, serio, lavoratore e sempre a casa con la madre. L’avevo visto per le feste di Natale e mi era sembrato abbastanza tranquillo. Poco prima di sparire – ci confessa il parente – Massimo ha lasciato sul tavolo di casa duemila euro e il libretto di risparmio”.