Domenica prossima i viterbesi con una solenne processione in cui viene portata in trionfo l’immagine sacra di Maria Santissima liberatrice, rinnoveranno il secolare voto di affidamento di Viterbo alla sua protezione. Si tratta di un rito che risale all’anno 1320 quando una serie di strani fenomeni atmosferici si abbatterono su la città, i viterbesi allora si recarono nella chiesa della Trinità e per farli cessare invocarono la protezione della “Madonna in trono con Bambino” custodita nella chiesa. I fenomeni miracolosamente cessarono, e da quel momento l’immagine sacra, fu acclamata a furor di popolo come protettrice della città, con il nome di Maria Santissima Liberatrice. Nel 1523, la cittadinanza torno ad invocare l’aiuto della “liberatrice” per far cessare una serie di scontri sanguinosi che causavano molte vittime tra i membri delle famiglie nobili di Viterbo. Ancora una volta, le loro preghiere furono ascoltate e gli scontri finirono. Da allora ogni anno con una solenne processione con cui viene portata in trionfo l’immagine sacra, i viterbesi invocano per la città la protezione di Maria Santissima Liberatrice. Quest’anno l’evento per volere del vescovo Orazio Francesco Piazza assume anche un altro significato: quello di gratitudine verso la madonna che ha protetto Viterbo il 7 maggio scorso, durante le operazioni di bonifica della bomba da 2000 chili risalente al 1942, trovata durante gli scavi in un cantiere edile.

Questa mattina nella sala Aurora del Comune, la conferenza stampa di presentazione dell’evento. Al tavolo dei relatori: la sindaca Chiara Frontini, il priore della chiesa della Trinità, padre Giuseppe Scalella, Marco Mandola, in rappresentanza dei portatori della Madonna liberatrice, il presidente del sodalizio dei facchini di Santa Rosa, Massimo Mecarini e il delegato del Sacro militare Ordine Costantiniano Tuscia e Sabina, Roberto Saccarello. «Un evento che non è soltanto religioso ma anche civico a tutti gli effetti - ha spiegato la sindaca - Una festa a cui i cittadini viterbesi da secoli sono particolarmente legati. Credo che in Italia non ci siano tanti eventi religiosi che prevedono il traporto di “macchine”, noi siamo una comunità di portatori e trasportatori, che mettono al servizio della fede anche la propria forza fisica».

Alle18 da piazza del Comune partirà la processione che avrà in testa sorretta dai suoi portatori l’immagine di Maria Ss. Liberatrice. A fargli da scorta d’onore i Cavalieri Costantiniani di San Giorgio, con loro anche, il Corteo storico dei musici e sbandieratori del Pilastro e le Confraternite religiose. Alle 19 la processione arriverà alla Chiesa della Trinità dove, dopo il saluto del vescovo Orazio Francesco Piazza, si ripeterà l’atto di affidamento della città di Viterbo a Maria Santissima Liberatrice.

«Sarà un momento importante di condivisione, un momento di unità tra mondo civile e religioso - ha sottolineato padre Giuseppe Scalella - Questi sono i due elementi che si uniscono e che rappresentano la caratterizzazione stessa del cristianesimo. Ogni anno è una grande emozione vedere rinnovare questa tradizione con cui si ringrazia la Madonna. Un miracolo che ha dato rinascita a un intero popolo e alla sua città». Tra i 12 portatori della Madonna, issata su baldacchino alto oltre 2 metri e recentemente restaurato, anche i facchini di Santa Rosa.

«Siamo molto onorati di stringere questa fratellanza, che abbiamo anche con i cavalieri di San Lanno a Vasanello e con Santa Corona a Canepina – ha concluso Mecarini - Dall’anno scorso abbiamo anche istaurato un gemellaggio con i Fratelli Incollatori di Capena. Noi non ci sottraiamo alla condivisione, anzi siamo contenti di renderci utili, entrando però sempre in punta di piedi in casa altrui. E siamo molto contenti di unirci al trasporto di Maria Santissima Liberatrice nei tratti in cui Marco Mandola lo riterrà più opportuno».