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LADISPOLI – «La vecchia scuola è il simbolo del degrado: un ricettacolo di immondizia e vegetazione incolta». I residenti del centro tornano a puntare l’indice contro l’ex alberghiero, struttura completamente abbandonata con le erbacce che spuntano fuori dal cancello investendo pure i marciapiedi. «Non è un bel biglietto da visita per la nostra città – afferma Massimo, un abitante della zona – uno scenario pessimo di fronte al mercato ortofrutticolo. Speravamo tanto in una riqualificazione dell’edificio ma passano gli anni e non si vede luce». In realtà non è mai arrivato il via libera dell’Ater affinché il Comune potesse trasformare le ex classi in alloggi popolari. Una beffa perché il primo passo era stato già effettuato: l’accordo tra Città Metropolitana e Comune per la cessione del diritto di superficie della struttura ormai abbandonata da oltre 10 anni. Il consiglio comunale avrebbe dovuto solo modificare la destinazione d’uso da scolastica a residenziale ma tale decisione sarebbe stata probabilmente approvata da tutti. Affinché andasse però in porto l’iter della costruzione delle case per famiglie povere (si parlava di almeno venti appartamenti per i nuclei desiderosi di insediarsi a prezzi agevolati) serviva un ulteriore step e cioè il semaforo verde della Regione. «L’Ater – conferma il sindaco, Alessandro Grando - non ha dato seguito al piano. Avrebbe dovuto presentare un progetto di fattibilità che non ha mai presentato. Città Metropolitana aveva dato l'ok per mettere a disposizione l'immobile e il comune avrebbe autorizzato il cambio di destinazione». Per mettere a posto l’ex alberghiero ci sarebbero voluti due milioni di euro, cifra non sostenibile per palazzo Falcone che però avrebbe potuto chiedere aiuto ai privati.
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