A pochi giorni dall’uscita dell’ordinanza Frontini che obbliga i privati allo sfalcio del verde nelle aree private, a Grotte Santo Stefano una situazione che va avanti da anni sembra contraddire il provvedimento dell’amministrazione.

Nella fattispecie si parla della frazione di Mugugnano dove da anni sembra che il verde abbia preso definitivamente il sopravvento.

Una convivenza forzata con le erbacce che i residenti del posto sopportano a stento, specialmente adesso che incombe la festa della Madonna nel piccolo borgo.

Ovviamente la piazzetta principale che sta al centro della manciata di case della frazione è stata pulita ma intorno prospera una vera giungla di verde incolto che in alcuni casi arriva oltre il metro di altezza.

Quindi erbacce intorno alle case ma anche sugli antichi sentieri usati dai cantonieri del luogo che ormai sono del tutto spariti sotto il manto verde.

A parte il paradosso di un’amministrazione che obbliga i privati a mantenere puliti i propri fondi mentre sembra dimenticarsi delle aree di sua competenza, la faccenda ha risvolti anche sull’incolumità pubblica oltre al decoro urbano.

È logico dedurre che una selva incolta chiaramente può dare rifugio, specialmente in questo periodo, a qualsiasi tipo di rettile, vipere comprese, e poi - come già detto - il borgo ridotto in questo modo non può essere certo annoverato tra gli esempi di decoro urbano.

Ma la faccenda affonda le radici nel passato, infatti gli abitanti del posto già da tempo hanno segnalato alle varie amministrazioni il problema del “vivaio a cielo aperto”, ma come si può ben vedere facendosi una passeggiata non è servito a molto, anzi pare che qualcuno a palazzo dei Priori abbia sentenziato che quella è un’area privata e quindi a pulirla ci dovrebbero pensare gli abitanti stessi.

Rimane un mistero come una zona con servizio di nettezza urbana e illuminazione pubblica possa essere definita privata.