LADISPOLI - "Causa mareggiata spiaggia inagibile. Stiamo ripristinando il servizio. Grazie". Questo il messaggio sul cartello posizionato davanti l'ingresso di uno degli stabilimenti balneari posizionati sul lungomare Regina Elena. Il mare grosso della notte scorsa ha spazzato via quasi del tutto l'arenile. Divelte le recinzioni laterali che delimitavano lo stabilimento balneare. La forza del mare ha portato via anche le passerelle in cemento posizionate sulla spiaggia per rendere raggiungibile ombrelloni e bagnasciuga anche ai diversamente abili o a genitori con passeggini al seguito. «L'acqua è arrivata fino alla quarta fila», ha raccontato il gestore dello stabilimento Antonello Chiappini. «La mareggiata è arrivata quasi in strada». Un fenomeno quello dell'erosione delle coste che ha creato danni in questi anni. I balneari hanno rinunciato a file di ombrelloni subendo perdite economiche. «Non abbiamo più sabbia. Da cinque sei anni perdiamo metri e metri di spiaggia», ha proseguito ancora Chiappini. E a subire l'avanzare del mare non sono solo gli stabilimenti, ma anche le spiagge libere. A rischio persino le aree protette come la palude di Torre Flavia. Il comune ladispolano, in particolare, ha ottenuto oltre 6 milioni di euro dalla Regione ben 10 anni fa ma i soldi non sono ancora arrivati per un motivo o per l'altro. Ma ora, a causa del caro prezzi quei soldi non sono più sufficienti. Per avviare le barriere protettive ne servono di più. Problema che il primo cittadino, Alessandro Grando, ha portato all'attenzione della Regione Lazio durante l'incontro organizzato dalla stessa Pisana a giugno scorso. «C’è bisogno di integrare il finanziamento arrivando a 9 milioni di euro, oltre a cercare di sveltire le procedure amministrative legate alla valutazione ambientale», aveva detto in quell'occasione Grando. E come Ladispoli, anche la costa di Campo di Mare soffre e molto del problema erosione. Anche lì, la notte scorsa la forza del mare ha raggiunto gli stabilimenti balneari con gli operatori che si sono dovuti rimboccare le maniche per limitare i danni e mettere in sicurezza le attrezzature. Gli operatori balneari si augurano che questa sia l’ultima stagione estiva senza barriere. Ma a questo punto è una corsa contro il tempo e soffrono pure le spiagge libere sia a nord che a sud.

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