FIUMICINO - Si muoverà il fondale, cambieranno le correnti e si modificheranno le sabbie. A Fiumicino, sotto la superficie del mare, è pronto un piano che ridisegnerà l’intera morfologia costiera: il progetto del porto turistico e crocieristico dell’Isola Sacra prevede un dragaggio su larga scala, con profondità previste fino a –12 metri, necessario per accogliere grandi navi da crociera e superyacht. Lo studio, commissionato da Fiumicino Waterfront s.r.l. e realizzato da RINA Consulting, è parte integrante della documentazione VIA (Studio Idromorfodinamico, 2024).

La nuova infrastruttura si svilupperà in due bacini principali: il Bacino Traiano, dedicato alla crocieristica, e il Bacino Claudio, destinato al diporto nautico. I fondali attuali, tuttavia, risultano insufficienti per l’accesso di grandi imbarcazioni, rendendo necessario un intervento di dragaggio che porterà le quote batimetriche a –4,5 m nella zona della marina, –9 m nei canali interni e fino a –12 m nelle aree di manovra e accesso (Studio Idromorfodinamico, cap. 5.1.1).

Per valutare l’evoluzione dei fondali nel tempo, sono state condotte simulazioni numeriche con il software Delft3D, in grado di riprodurre la circolazione idrodinamica e i processi di sedimentazione costiera. Le analisi hanno stimato i tassi medi annui di risedimentazione: 25 cm nel Bacino di Evoluzione, 12 cm nel Canale Interno, 10 cm a La Marina e 9 cm nel Canale di Accesso. Tali valori sono alla base di un futuro piano di manutenzione, che consentirà di programmare il ripristino dei fondali senza comprometterne l’efficienza (Studio Idromorfodinamico, cap. 6.4.2).

Le simulazioni hanno inoltre considerato tre eventi meteomarini estremi (da Sud, Sud-Ovest e Nord-Ovest), confrontando gli scenari “attuale” e “di progetto”. I risultati mostrano un leggero aumento della vorticità nella configurazione futura, ma nessun impatto destabilizzante sull’equilibrio sedimentario. Le concentrazioni massime di torbidità restano inferiori a 0,067 kg/m³ anche nei momenti di picco (Studio Idromorfodinamico, cap. 6.2 e 6.3).

Particolare attenzione è stata posta alla vicinanza dell’area protetta delle Secche di Tor Paterno, per cui è stato valutato il rischio di dispersione dei sedimenti dragati. Le correnti prevalenti orientano il trasporto verso Nord-Est, lontano dalla riserva marina. Inoltre, il fondo è stato caratterizzato in base alla granulometria e alla composizione geotecnica: sabbie, limi, fanghi e argille sono stati classificati e trattati in funzione della loro capacità di sospensione e deposito (Studio Idromorfodinamico, cap. 5.1.5).

Il piano tiene conto anche delle opere in corso relative al porto commerciale di Fiumicino, già in costruzione. Nella revisione 2024 dello studio, è stata integrata la morfologia finale del porto commerciale per valutare in modo combinato le interazioni idrodinamiche. Le analisi non evidenziano effetti cumulativi critici, ma mostrano alcune variazioni localizzate nei flussi costieri, gestibili con adeguate misure (Studio Idromorfodinamico, cap. 6.1).

Infine, il progetto è stato sottoposto a una valutazione di resilienza climatica, condotta in base alle linee guida europee. Le previsioni indicano un innalzamento del livello medio marino di circa 16 cm tra il 2036 e il 2065 nel Mar Tirreno centrale. La progettazione batimetrica e la configurazione delle banchine sono state adeguate per garantire la funzionalità anche in questo scenario evolutivo (Relazione tecnica Resilienza Climatica, 2024).

L’intero piano dragaggi non è un semplice scavo, ma un’operazione strategica che unisce sicurezza nautica, sostenibilità ambientale e visione a lungo termine. A Fiumicino, il fondale non sarà più solo un dato fisico: diventa un’infrastruttura viva, da studiare, monitorare e proteggere.