CIVITAVECCHIA – A pochi giorni dalla chiusura – posticipata al 3 giugno prossimo – della manifestazione di interesse per la reindustrializzazione dell’area dell’ex centrale Enel a carbone di Torrevaldaliga Nord, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è intervenuto oggi a Civitavecchia nell’ambito della conferenza “Investire in Italia: l’innovazione incontra la tradizione”, organizzata nel villaggio In Italia nell’ambito del Tour Mediterraneo nave scuola Amerigo Vespucci. 

Un’occasione utile non solo per ribadire l’impegno del governo sul fronte della transizione energetica, ma anche per affrontare uno dei dossier più delicati sul tavolo del Mimit: il futuro industriale dell’ex polo energetico di Civitavecchia. «Il ministro Pichetto, con cui ci siamo confrontati – ha dichiarato Urso – sta valutando l’esigenza di mantenere le potenzialità produttive di un sito di questo tipo per un periodo di tempo transitorio, per motivi di sicurezza nazionale». Il riferimento è al possibile slittamento della dismissione della centrale a carbone, attualmente prevista per il 2025, alla luce del nuovo contesto internazionale. «Viviamo un’epoca complicata – ha spiegato il ministro – in cui l’Europa deve mettere come priorità la propria sicurezza, anche quella energetica, che è il fondamento di ogni altra sicurezza: economica, industriale e di difesa. Alcuni Paesi stanno addirittura riattivando la produzione a carbone». Anche per l’Italia, quindi, si tratterebbe di una possibilità da valutare con attenzione.

Urso ha però ribadito che il Mimit è già al lavoro per costruire prospettive industriali nuove: «Siamo fortemente impegnati perché a Civitavecchia, come a Brindisi, si possa preparare il futuro. Ieri abbiamo insediato il commissario straordinario per Brindisi, che presiederà anche alla valutazione finale delle manifestazioni di interesse». A Brindisi, per la riconversione della centrale, sono arrivate circa 50 proposte, per oltre due miliardi di euro di investimenti e un potenziale impatto occupazionale di oltre 3.000 posti diretti e 2.500 indiretti.

Per Civitavecchia si attende ora la chiusura della procedura. L’auspicio, condiviso dal mondo istituzionale e imprenditoriale, è che il territorio possa attrarre investimenti di pari valore. In questa direzione si è espresso anche il sindaco Marco Piendibene, che ha sottolineato l’importanza di trasformare “la strategia in azioni concrete”, valorizzando la zona industriale esistente per ospitare chi deciderà di investire nella riconversione. Il Sindaco ha definito Civitavecchia «un possibile laboratorio di politiche industriali innovative, in grado di ospitare investimenti selettivi, sostenibili, e capaci di coniugare crescita industriale e sviluppo turistico». 

A sostenere questa visione anche la vicepresidente della Regione Lazio e assessora allo Sviluppo Economico, Roberta Angelilli, che ha ricordato l’impegno condiviso con Ministero e Comune per rendere il territorio maggiormente attrattivo. Il lavoro sulla Zona Logistica Semplificata (ZLS), in questo senso, ne è un chiaro esempio. «Il 24 giugno – ha annunciato – saremo a Bruxelles per presentare le piattaforme InvestInLazio, con l’obiettivo di rafforzare l’export e attrarre nuovi capitali». 

Urso ha infine posto l’accento sull’importanza della Blue Economy, considerata un asse strategico per il rilancio di territori come quello civitavecchiese, dove si incrociano logistica portuale, industria e turismo.

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